Le ricette con Acqua di Fiori d’Arancio: la focaccia dolce!

Oltre alle sue note proprietà rilassanti che lo rendono un ottimo prodotto antistress per “dormire sonni tranquilli”, l’Acqua di Fiori d’Arancio è un ingrediente d’eccellenza usato in pasticceria per realizzare alcuni dei più conosciuti dolci della tradizione italiana e non solo. Ecco alcuni esempi: il pandolce genovese, le francesissime madleines, la torta provenzale, i chifferi di Finale Ligure, le castagnole di Ventimiglia, la focaccia dolce, alcuni tipi di cantucci, alcuni singolari dolci della tradizione marocchina senza dimenticare la straordinaria pastiera napoletana che molte famiglie in Italia saranno in procinto di preparare proprio in questi giorni per festeggiare la Pasqua secondo tradizione anche restando a casa.

La ricetta: focaccia dolce con Acqua di Fiori d’Arancio

Oggi vi proponiamo una ricetta tradizionale ligure golosissima e facile da preparare: la focaccia dolce!

Spesso si cade nell’errore di pensare che un’aroma nelle ricette sia omettibile o sostituibile, forse per le quantità, ecco vi assicuriamo che non è da farsi, pena il cambio completo del gusto. L’Acqua di Fiori d’Arancio ottenuta dalla distillazione dei fiori dell’Arancio amaro (citrus aurantium risso) regala un sapore inconfondibile e delizioso alle vostre dolci preparazioni, inoltre potete aggiungerla alle vostre tisane serali o a una tazza di acqua calda per le proprietà rilassanti che la caratterizzano.

L’idea in più: utilizzando una forma da Colomba, può diventare un’alternativa al più tradizionale dei dolci pasquali dedicata a tutti gli amanti della focaccia!

Ingredienti:
• per l’impasto (teglia rettangolare 28 x 32 cm o rotonda di diametro 34 cm): 8 grammi di lievito di birra, cucchiaino di miele di Robinia (Acacia), 130 grammi di acqua, 300 grammi di farina (50% di farina manitoba e 50% di farina 00), 1 uovo medio intero, 75 g di zucchero semolato, 55 grammi di olio evo, 1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio mezzo cucchiaino di sale fino
• per la crosticina: 3 cucchiai di olio evo, 3 cucchiai di acqua, 3 cucchiai di zucchero, 3 cucchiai di Acqua di Fiori d’Arancio

Preparazione: sciogliere il lievito con 100 g di acqua presi dal totale e il miele. Aggiungere 100 g di farina, presa dal totale, mescolare bene e lasciar riposare il lievitino, coperto da pellicola, in luogo tiepido e umido. Quando sulla superficie del lievitino si saranno formate delle piccole bolle e delle fossette, dopo circa 30-40 minuti, mettere nell’impastatrice e aggiungere, alternandoli e poco alla volta, la farina rimanente, lo zucchero, l’acqua rimanente, l’uovo il cucchiaio di acqua di fiori d’arancio e l’olio versato a filo. Se si impasta a mano mettere tutti gli ingredienti in mezzo ad una fontana creata con la rimanente farina e lavorare il composto a allungo. Unire il sale e impastare fino a quando il composto non risulterà elastico. Fare una palla e ponetela coperta in una ciotola leggermente unta d’olio in luogo tiepido ed umido e lasciar lievitare per 60 80 minuti, fino al raddoppio del volume. Rimuovere l’impasto dalla ciotola e adagiarlo, cercando di non sgonfiarlo, al centro della teglia unta d’olio e farlo lievitare ancora per mezz’ora, sempre coperto da una pellicola. Preriscaldare il forno a 200° allargare l’impasto delicatamente con le mani fino ai bordi della teglia e con le dita ben allargate  realizzare sulla superficie i classici buchi della focaccia genovese. Miscelare in un bicchiere, per ottenere la deliziosa crosticina, l’acqua e l’olio extravergine d’oliva e versare sulla superficie della focaccia, come si usa fare per la versione classica salata. Infornare e cuocere per 25-30 minuti fino a leggera doratura. Quando la focaccia sarà leggermente dorata estrarla velocemente dal forno spennellarla di acqua di fiori d’arancio e cospargerla di zucchero. Rimettere in forno per 45 minuti alzando la temperatura a 230°. Questa operazione permetterà di ottenere una scintillante dolce crosticina caratteristica di questa preparazione. 

Ricetta tratta da: “Acqua di fiori d’arancio amaro” di Ilaria Fioravanti e Enrica Monzani, SAGEP editore

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