Antro buio. Tutto sotto i suoi piedi era precario, scricchiolava, ma, qualcosa lo induceva a continuare, a seguire una strada che nonostante tutto lo intrigava.
Aldo Zini era un commerciante di liquori che aveva sentito parlare da molto tempo di una cantina, profonda, nascosta da una porta, anch’essa scura. Pensò però tra sè che effettivamente tutto ciò che lo circondava non aveva niente di invitante, di coinvolgente, se non forse, ma proprio forse alla lontana, l’odore.
La percezione che si aveva entrando, prima nella piazza antica, medievale, poi addentrandosi di più nei meandri del Convento era di un luogo un po’ magico, immerso nel silenzio ovattato e perlato, nonostante l’ubicazione centrale, appena dietro il corso, dove il mondo vive il suo ritmo, tutto diverso, tutto veloce:nel Convento ogni fragranza , ogni suono sembra più vero, ogni colore più luminoso,più trasparenti perchè c’è una purezza, un incanto da favola che scende su ogni cosa…così le rose sono più rosa e il loro profumo è più intenso, gli aranci sono più dolci e più morbidi, il miele più denso, le preghiere più intense e ..beh..anche il freddo si sente di più..
Mentre Aldo Zini percorreva i primi ciottoli della scaletta che porta alla Farmacia non conosceva ancora niente di tutto ciò: i suoi occhi non sapevano ancora guardare, vedevano soltanto…
Aldo Zini era commerciante sì, ma non un grande intenditore perchè tutto ciò che lo interessava era comprare poi vendere, poi comprare ancora e poi ancora vendere, in una spirale infinita. Del prodotto, di chi lo produce, delle mani sapienti di questo , degli ingredienti, della storia che sta a monte..beh tutto ciò non deve importare al commerciante, pensava Zini cinicamente, ma a chi acquista, a chi degusta, a chi apre la bottiglia.
Mentre era assorto in questi pensieri turbinanti e disordinati l’odore che aveva sentito alla lontana, appena arrivato sulla soglia, ora si era fatto più penetrante e il pensiero (o il mistero?) della cantina si era riaffacciato più prepotente di prima.
Ecco che dall’antro buio Aldo Zini, entrato nel Convento di Sant’Anna solo per un’insana curiosità, (quella curiosità che spinge solo chi non conosce nulla e nessuno ad andare sempre più avanti nella convinzione di trovare chissà cosa), trova una scala ancora più antica e malconcia.
Ora, in un altro luogo sacro e silenzioso, anche il minimo rumore può destare preoccupazione e sospetto: qui , dove il passaggio per secoli e secoli ha usurato i corrimano, le ardesie e dove ogni piastrella ha accolto i passi di persone che fedelmente hanno pregato Dio quotidianamente, no, il rumore del tempo non fa paura, l’usura non fa paura.
L’uomo resta di fronte alla porta della cantina, aspettando di entrare con qualcuno che gli illustri i prodotti in essa contenuti: il suo fiuto non ha sbagliato, ora il profumo si è fatto fortissimo, è qualcosa di magico, indescrivibile, mai sentito prima, in nessuno dei suoi viaggi..Ora non è più lavoro, l’emozione ha travalicato i confini del dovere, le narici sono impregnate del profumo dei secoli, un profumo complesso, morbido , dolce..
La sensazione è di pace, di tranquillità e il sentore potente di cantina si mescola con tutto ciò che per secoli è stata la tradizione farmaceutica del Convento e che ancora oggi mantiene inalterato il sapore dell’aria: menta, melissa, verbena, nepitella, camomilla, finocchio..erbe aromatiche..
Mai prima d’ora Aldo ricordava di aver respirato un’aria così profumata, di aver vissuto un silenzio, un buio così caldo e fragrante, avvolgente e rassicurante.
I ricordi, suscitati da sentori così precisi e amici di una lunga vita si fanno avanti , uno dopo l’altro, senza timore di essere invadenti e scomodi, come spesso capita quando si va a ripescare qualcosa in un passato che sembra non voler essere più aperto..
Davanti agli occhi della mente compare la mamma di Aldo, scomparsa tanto tempo prima, ma legata a lui da un filo eterno e indistruttibile: Aldo cercava di pensarla il meno possibile per non commuoversi, ma il profumo della camomilla gliela fa’ rivedere giovane e bella, quando lo metteva a letto…quanto tempo che non sentiva quel profumo…
Anche il profumo di rosa arriva netto alle sue narici: certo, c’è il roseto accanto, ma questo profumo è anche quello dei ricordi, misto, dolce, diverso e fa’ un po’ male..E’ il profumo di Anna e lui Anna non la vuole ricordare, non ora, che sta tanto bene, si sente rilassato e felice.
Il profumo di rosa però continua nella sua mente, e lo fa’ soffrire, gli dice ancora una volta di più che Anna è morta, che questo profumo è solo frutto della sua memoria, del suo dolore, del suo passato.
Aldo sente ancora fragranze, ma è troppo triste, stanco, addolorato, non lo sa neppure lui: forse è anche il silenzo..si il silenzio, non siamo abituati al silenzio, tanto che a volte sembra che faccia rumore, ne siamo spaventati e così fuggiamo da lui, o forse da noi stessi, per non guardarci dentro.
Zini confuso da molte cose chiude gli occhi e si addormenta, anche se per pochi minuti.
Quando apre gli occhi, la porta della cantina è ancora chiusa, ma ha di fronte a sè un frate: non si presenta ma dice solo “Ciao!” in tono amichevole e benevolo, “Scendiamo”.
Aldo pensa subito che sia il farmacista, dal modo in cui si muove in cantina, dal modo in cui seleziona le bottiglie e i bicchieri.
Come detto la Farmacia di Sant’Anna è molto famosa per le sue preparazioni, ma Aldo, impreparato in materia, non riusciva a trovare il punto di incontro tra un Carmelitano, un Farmacista e i liquori..era un altro mistero che lo lasciava sovra pensiero..
Dal canto suo il frate non aveva chiesto neppure il motivo della visita di Aldo al Convento e alla Farmacia: non gli aveva chiesto chi era, cosa voleva, da dove veniva, insomma, non aveva fatto tutte quelle cose di routine che si fanno quando si comincia a intrattenere un rapporto di lavoro, o di amicizia. L’unica cosa che aveva fatto era stata dirgli “Ciao “ e guardarlo negli occhi. Aldo si era sentito molto imbarazzato perche gli occhi del frate, neri come il carbone erano però profondi come il mare e ti scrutavano dentro come una luce nel buio..
”Già”, aveva pensato Aldo “ una luce nel buio. io non l’ho ancora trovata la mia luce anche se la cerco da tempo.” Contemporaneamente, il frate guardando Aldo , aveva capito che la cantina, il vino, il lavoro, in realtà non erano altro che scuse e scappatoie, ma che dentro la vita di Aldo c’era tanto bisogno di qualcosa che non aveva una forma o una consistenza.. mancava la Luce di Dio.
Entrati dentro la cantina , di fronte a moltissime bottiglie coperte di patina bianca, che avevano raccolto la storia del Convento, distillati di cui la ricetta è stata sepolta con i loro creatori , grappe aromatizzate alle erbe, liquori, il frate e Aldo cominciarono a raccontare parallelamente la loro vita, il loro percorso , ciò che li aveva per strade diverse portati fino lì, in quel momento.
Aldo raccontò la sua crisi spirituale e umana: l’incapacità di comunicare con il mondo intero lo aveva reso una persona arida e dedita solo all’autocelebrazione, solipsistica ed egoista. Di tutto questo però egli non andava per nulla fiero, cercava un modo per uscire, per liberarsi dal peso di se stesso che era troppo pesante da portare.
Aveva trovato il Convento di S.Anna passando a piedi ed era rimasto affascinato dalla bellezza della piazzetta antistante, dalla tranquillità che il posto emana, anche spirituale; aveva capito che per star bene con se stesso doveva ritrovare Dio.
Aldo, stando lì così, era semplicemente felice per la prima volta dopo tanto tempo. Si, era felice, poteva dirlo.
Era in compagnia di un uomo , che, nonostante avesse conosciuto mezz’ora prima, lo rendeva sereno , allegro, pieno di voglia di agire, propositivo. Prima di entrare in quella cantina gli mancava la voglia di sorridere, tutto era cupo. “La scena intorno, però è particolare,” pensava Aldo “candele, vino, cartoni, freddo, nessuna comodità, ma io sono…felice!”
Il frate dal canto suo raccontava la vita in Convento: i preparati in Farmacia, le vendite a Natale, le visite guidate, le degustazioni..ma si era accorto che l’ uomo quando era entrato aveva lo sguardo assente, che i suoi pensieri volavano via verso altri pensieri ancora, inseguendosi sempre più veloci..mentre ora si trovava a suo agio e che riusciva a concentrarsi non solo su se stesso ma anche sulla riflessione dell’ “altro da se’ “.
Aldo aveva raccontato di non essere riuscito più a prendere sonno nell’ultimo periodo, mentre ora grazie alle rassicuranti parole del frate, alla tranquillità che l’ambiente aveva infuso in lui qualche cosa stava cambiando e l’ansia sparendo.
Il frate, accortosi di questo cambiamento smise di parlare e piano piano , si alzò , spense la candela, fece una lieve carezza sulla fronte di Aldo che infatti , nel frattempo, sentendo le belle e tranquillizzanti parole del suo interlocutore aveva chiuso gli occhi e felice si era addormentato.
Il buio, nel suo profumo ora netto ed evidente , non faceva più paura.