FIENO GRECO (Trigonella foenum-graecum)

USI CONSIGLIATI

Salute

Anemia, ghiandole linfatiche ingrossate, ascessi, cisti sebacee, foruncoli, diarrea, flatulenza, infiammazioni alla gola, tonsilliti, per stimolare la produzione di latte.

Bellezza

Couperose, sudorazione eccessiva, maschera per pelli secche.

Cucina

Spezie, caffè, insalata, verdura cotta.

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DESCRIZIONE

Il Fieno Greco, talvolta chiamato anche foraggio o erba trigonella, è un’erba utilissima appartenente alla famiglia delle Leguminose, che trova le sue origini in Europa meridionale e in Asia. Ricerche archeologiche indicano che la pianta era già nota agli antichi Egizi, i quali la utilizzavano non solo come alimento, ma anche come rimedio medicinale e come profumo nell’imbalsamazione. Oggi è coltivato principalmente su scala commerciale in Medio Oriente, in India e in Marocco. In Italia si trova nelle zone pietrose della regione mediterranea, coltivato come foraggio.

Principi attivi

La maggior parte dei principi attivi è contenuta nei semi: mucillagine (sino al 30%); trigonellina (alcaloide), colina, diosgenina, poliosi, pigmento flavonico, olio essenziale, proteine (sino al 20%), lecitina, fitosteroli, zuccheri, grassi e aminoacidi. Le foglie contengono inoltre cumarina, che, quando è essiccata, emana un aroma di Fieno: per questo motivo talvolta è usata per nascondere qualità di Fieno scadente.

Aspetto e crescita

Pianta erbacea annuale, che difficilmente cresce spontanea, preferisce terreni fertili, ben drenati e alcalini, con esposizione in pieno sole. Presenta un portamento esile, eretto, talvolta prostrato, la radice è a fittone, il fusto eretto, verde chiaro, raggiunge un’altezza di 30-60 cm circa, è leggermente lanuginoso, vuoto all’interno e di forma cilindrica, semplice o talvolta ramificato solo nella porzione basale, le foglie, inserite sul fusto in posizione alterna, sono trifogliate, le tre foglioline sono ovali, arrotondate all’apice, con la base ristretta a cuneo e il margine dentato, sono pelose nella pagina superiore e quando sono giovani, hanno un fresco aroma di fava. I fiori, di colore bianco-giallastro, sono solitari o appaiati a due a due all’ascella delle foglie, sono sessili e compare da metà primavera a metà estate. Ogni fiore matura in un frutto costituito da un legume stretto lungo fino a 15 cm, la porzione basale del baccello contiene 10-20 semi, mentre quella apicale è più piccola e priva di semi. Questi ultimi sono di colore giallo-marrone, lunghi 5 mm, divisi in due parti disuguali da una profonda scanalatura e profumano di sciroppo di acero con una punta di sedano. Il Fieno Greco si riproduce per semina primaverile. Le piantine si possono coltivare in casa.

Raccolta e conservazione

Si raccoglie in estate, quando i semi sono maturi: tagliare le piante intere alla base, raccogliere in mazzetti e lasciarle seccare al sole. Quindi procedere alla battitura e alla raccolta dei semi, passare questi ultimi al setaccio, per eliminare le impurità. Conservare i semi essiccati in barattoli di vetro o porcellana in ambienti bui e asciutti.

Proprietà

Per la ricchezza dei suoi principi attivi, il Fieno Greco possiede particolari proprietà ricostituenti e nutrienti, efficaci nella cura di stati di denutrizione e nella convalescenza da malattie infettive, è un ottimo rimedio per persone debilitate, affette da disturbi nervosi dovuti a un’eccessiva magrezza, perdita dell’appetito e debolezza generale. Stimola la produzione del latte nelle gestanti e svolge un’azione aromatica, tonica e carminativa nella cura dell’infiammazione intestinale. Applicato, esternamente, è emolliente, rassodante ed è un ottimo rimedio nella cura della cellulite. Favorisce la maturazione di ascessi, foruncoli, ciste sebacee e moduli linfatici. È infine un efficace rimedio nel riassorbimento di noduli al seno di natura non tumorale.

Parti utilizzate

Si usano i semi quando sono maturi e le foglie fresche, talvolta sono impiegate anche le estremità fiorite.

PREPARAZIONI

Polvere: triturare con un macinacaffè, fino a ottenere una polvere fine, i semi essiccati e conservare in barattoli chiusi lontano dall’umidità, assumere, secondo le indicazioni, un cucchiaino di polvere mescolata a miele o marmellata. In alternativa, è possibile acquistare la polvere già pronta in erboristeria.

Infuso: versare sopra 10-15 g di semi, in un recipiente di vetro o porcellana, 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione fino a raffreddamento, quindi filtrare e assumere all’occorrenza.

Cataplasma: preparare una pappetta, dalla consistenza densa e cremosa nel modo seguente: sciogliere dapprima un poco di polvere di semi in qualche cucchiaio di acqua fredda, o latte, quindi fare cuocere a fuoco basso fino ad addensare la polentina. Stendere la crema ben calda direttamente sulle zone interessanti, fasciare con una garza e lasciare agire per tutta la notte.

Tintura vinosa: fare macerare per 10-15 giorni 5 g di semi in 100 ml di vino bianco. Se si desidera, si può aggiungere una scorza di arancia.

Salute

Anemia, ghiandole linfatiche ingrossate: assumere una tazzina d’infuso di semi 3-4 volte durante la giornata, oppure mangiare dopo ogni pasto principale un cucchiaino di polvere mescolata a un poco di miele o marmellata. Nel caso di ghiandole ingrossate, applicare inoltre direttamente sulle zone interessate cataplasmi caldi, se il gonfiore e il dolore non diminuiscono consultare immediatamente il medico.

Ascessi, cisti sebacee, foruncoli: applicare direttamente sulle zone interessanti cataplasmi caldi (ma non bollenti), fasciare bene con una garza e lasciare agire per alcune ore.

Diarrea, flatulenza, infiammazioni intestinali: prendere tre volte il giorno una tazza d’infuso di semi, per favorire la digestione assumere inoltre un bicchiere di tintura vinosa dopo i pasti. In caso d’infiammazioni intestinali, seguendo le indicazioni dell’erborista, preparare il seguente clistere: far bollire un litro di acqua, aggiungere 50 g di semi, lasciare intiepidire, filtrare e adoperare subito. Fare due clisteri il giorno fino a quando l’infiammazione non è passata.

Dimagrimento causato da esaurimento nervoso: amalgamare bene i seguenti ingredienti: 20 g di polvere di Fieno Greco, 200 g di olio di oliva e 200 g di miele. Mescolare bene e conservare la miscela in un barattolo chiuso, prenderne un cucchiaio a ogni pasto.

Infiammazione alla gola, tonsilliti: fare bollire 60 g di semi in un litro di acqua per 20-25 minuti, lasciare intiepidire e quindi filtrare. Utilizzare il liquido per fare sciacqui e gargarismi.

Per stimolare la produzione di latte: bere all’occorrenza, 3-4 volte durante la giornata, una tazza d’infuso di semi.

Bellezza

Couperose: macinare i semi fino a ottenere una polvere finissima, nel frattempo preparare un decotto concentrato di Camomilla (bollire per dieci minuti), filtrare e utilizzare la poca acqua recuperata per fare una pastella cremosa con la polvere. Applicare la crema sul viso e lasciare agire per venti minuti circa, quindi sciacquare con abbondante acqua tiepida.

Sudorazione eccessiva: per evitare questo fastidio soprattutto nella stagione fredda, applicare con un batuffolo di cotone sulle zone interessate il seguente decotto: fare bollire, per dieci minuti, in 100 ml di acqua 10 g di polvere di semi e 5 g d’incenso, filtrare e lasciare raffreddare prima dell’uso.

Maschera per pelli secche: preparare una pastella mescolando due cucchiai di miele fluido con due cucchiaini di polvere, amalgamare e lasciare riposare per dieci minuti. Nel frattempo pulire la pelle con del latte detergente, quindi applicare sul viso la maschera e lasciare agire per 20-25 minuti circa.

In cucina

Il seme, che ha un sapore di sedano, è usato come spezia nel curry, abbrustolito e tostato sostituisce il caffè (si consiglia, però, di non surriscaldarlo poiché diventa rosso e amaro). I semi germogliati sono ottimi come insalata invernale e le foglioline fresche aggiungono sapore all’insalata. Quando la pianta è alta, circa 20 cm sono squisiti come verdura, cruda, bollita o condita al curry.

CURIOSITÀ

La pianta fu importata nell’Europa centrale dai monaci Benedettini e Carlo Magno ne promosse la diffusione nel IX secolo, i medici arabi ne studiarono a fondo le proprietà e l’efficacia. Il seme fu utilizzato non solo come alimento o medicinale, ma anche come tintura gialla.

 

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