USI CONSIGLIATI
Salute
Acne, artrite, cattiva e lenta digestione, coliche, dermatiti disturbi gastrointestinali, dolori articolari in generale, dolori mestruali, febbre, flatulenza, gonorrea, gotta, infiammazioni articolari, intossicazioni da arsenico, piombo e da piante come tabacco, lobelia, giusquiamo e altre Solanacee, irritazioni oculari, malattie infettive, malattie veneree in generale, mestruazioni difficili, meteorismo, reumatismi, sifilide, per favorire l’eliminazione delle tossine, per aumentare la produzione dell’urina.
Cucina
Minestre, zuppe.
Scopri i nostri rimedi erboristici:
DESCRIZIONE
Il Sassofrasso, comunamente conosciuto anche con il nome di “Sassafrassa”, è un albero appartenente alla famiglia delle Lauracee, si ascrive al genere Sassafras, che comprende soltanto tre specie di alberi decidui, aromatici, diffusi allo stato selvatico nelle regioni orientali nordamericane e nell’Asia orientale. Il sassofrasso è originario dell’America settentrionale, dagli stati centrali fino a quelli meridionali. Quest’albero aromatico fu scoperto dagli spagnoli in Florida, intorno al 1550, e fu poi importato e diffuso in Europa come pianta ornamentale e per le sue preziose proprietà medicinali. Un italiano, Angelo Sala, estrasse per la prima volta l’olio essenziale di sassafras albidum mediante un processo di distillazione, questo prodotto continuò a essere utilizzato per tutta l’epoca moderna ma ora il suo impiego è leggermente diminuito.
Principi attivi
Contenuti principalmente nella radice (corteccia, midollo) e nelle foglie: olio essenziale fino al 3%, contenente safrolo (sino all’80% circa), fellandrene e pinene, tannini, resine, acidi organici.
Aspetto e crescita
Albero aromatico, rustico, a foglie caduche, alto fino a 20 metri (negli Stati meridionali degli Stati Uniti raggiunge anche i 30 metri di altezza), spontaneo e coltivato a scopo ornamentale, cresce preferibilmente in terreno profondo, ricco, neutro o acido, ben drenato, richiede un’esposizione piuttosto riparata. Possiede un apparato radicale robusto e ben sviluppato, dal quale si origina il fusto, con corteccia di colore bruno-rossiccio, profondamente fessurata e da cui partono numerosi rami flessuosi. Le foglie, caduche e alterne, sono di forma variabile, con la base cuneata e lunga fino a 15 cm circa, leggermente picciolate, ovate, intere o talvolta lobate, da due a cinque lobi, più scure nella pagina superiore, in autunno si colorano vivacemente. I fiori, giallo verdognolo, sono in genere monosessuali, riuniti in piccoli racemi disposti a mazzetti, compaiono di solito nella stagione primaverile. I frutti sono costituiti da piccole bacche ovoidali, blu scure, dotate di un peduncolo carnoso di colore rosso vivo. Si riproduce per seme o per polloni in autunno, oppure mediante talea di radice durante l’inverno.
Raccolta e conservazione
Raccogliere le foglie in primavera, farle essiccare rapidamente all’ombra e in un luogo aerato, conservarle quindi in sacchetti di carta o di tela. Le radici vanno prelevate in autunno, quando la pianta entra nel periodo di riposo vegetativo, farle essiccare al sole e conservarle a pezzetti in recipiente di vetro o di porcellana lontano da polvere e umidità.
PROPRIETÀ
Il Sassofrasso possiede ottime proprietà medicinali, già conosciute e apprezzate dalle popolazioni dell’America settentrionale, quando fu importato in Europa, divenne un rimedio della medicina naturale e della fitoterapia, svolge un’efficace azione aromatica, carminativa e digestiva, utile in caso di flatulenza e meteorismo intestinale, disturbi gastrointestinali, coliche addominali, cattiva e lenta digestione, allevia dolori mestruali in caso di mestruazioni difficili e dolorose, agisce anche come leggero purgante contro stitichezza e stipsi. Esercita un’azione antireumatica, utile per la cura dei reumatismi, artrite e dolori articolari in generale, è un buon antisettico, efficace in caso di dermatiti, acne, gonorrea e sifilide, svolgono un’azione diaforetica che facilita la sudorazione in caso di febbre. Per uso esterno, agiscono come antinfiammatorio in caso d’irritazioni oculare e punture d’insetti, come antisettico è efficace contro i pidocchi.
Parti utilizzate
A scopo medicinale è impiegata principalmente la radice essiccata e talvolta anche le foglie essiccate e sminuzzate.
Preparazioni
Decotto: fare bollire in un litro di acqua, a fuoco lento e moderato, 20-30 g di radice essiccata e sminuzzata grossolanamente, dopo 10-15 minuti dall’inizio dell’ebollizione, togliere dal fuoco, lasciare riposare coperto e a temperatura ambiente per dieci minuti, quindi colare. Se ne prendono 2-3 tazze durante il corso della giornata.
Polvere: pestare in un mortaio la quantità desiderata di radice essiccata e sminuzzata grossolanamente, fino a ottenere una polvere fine e omogenea. La dose consigliata è di 2-3 cucchiaini al giorno in un’ostia o mescolata a un poco di miele o di marmellata.
Tintura: mettere a macerare, in 80 g di alcool a 60°, 20-25 g di radice essiccata e sminuzzata, dopo dieci giorni di macerazione, filtrare e conservare in una bottiglietta di vetro scuro con contagocce. Se ne prende 20-30 gocce 2-3 volte il giorno, pure o diluite in poca acqua o in una tisana a piacere.
Olio essenziale: si acquista già pronto in erboristeria o in farmacia, per un corretto utilizzo seguire attentamente l’indicazione dell’erboristeria o del farmacista.
Salute
Acne, dermatiti: con azione antisettica come cura interna, bere 2-3 volte il giorno una tazza di decotto di radice, oppure prendere 1-2 gocce di olio essenziale tre volte il giorno. Se la situazione non migliora nell’arco di qualche giorno, rivolgersi al dermatologo per un trattamento più adeguato.
Artrite, dolori articolari in generale, gotta, infiammazioni articolari, reumatismi: con azione antireumatica, assumere all’occorrenza durante il corso della giornata 2-3 tazze di decotto, oppure prendere 20-30 gocce di tintura 2-3 volte il giorno, pure o diluite in una tazza d’infuso di foglie di Betulla o in una tazza di decotto di Equiseto. In alternativa, prendere 1-2 cucchiaini al giorno di polvere oppure 1-2 gocce di olio essenziale tre volte il giorno. Se i sintomi e i disturbi persistono, è preferibile rivolgersi al medico.
Cattiva e lenta digestione, coliche, disturbi gastrointestinali, flatulenza, meteorismo: con azione carminativa e digestiva, prendere quando necessario 2-3 tazze al giorno di decotto di radice, oppure due cucchiaini al giorno di polvere, in un’ostia. In alternativa, assumere 20-25 gocce di tintura tre volte al giorno, un’ora prima dei pasti principali. Se la situazione non mostra alcun segno di miglioramento, consultare il medico.
Dolori mestruali, mestruazioni difficili: assumere all’occorrenza, da dieci giorni prima dell’arrivo del ciclo, 2-3 tazze di decotto o due cucchiaini di polvere il giorno.
Febbre, malattie infettive, per favorire la sudorazione, per favorire l’eliminazione delle tossine, per aumentare la produzione dell’urina: con azione diaforetica e diuretica, assumere tre tazze di decotto il giorno oppure prendere trenta gocce di tintura 2-3 volte il giorno. Se la situazione non migliora, è preferibile rivolgersi immediatamente al medico.
Gonorrea, malattie veneree in generale, sifilide: con azione antisettica e disinfettante, prendere una tazza di decotto oppure 1-2 gocce di olio essenziale tre volte il giorno. In questi casi si consiglia comunque di consultare il medico.
Intossicazioni da piombo, arsenico e da alcune piante come tabacco, lobelia, giusquiamo e altre Solanacee: come disintossicante, assumere 2-3 volte il giorno una tazza di decotto di radice, oppure prendere un cucchiaino di polvere tre volte il giorno. In caso d’intossicazione da tabacco, i preparati a base di Sassofrasso combattono la nausea, il vomito e il mal di testa.
Irritazioni oculari: mettere a bagno in acqua il midollo della radice, lasciare riposare per qualche ora fino a quando il midollo non rilascia una sostanza mucillaginosa, quest’ultima, con azione emolliente, può essere utilizzata per fare lavaggi oculari.
Avvertenze
Fate attenzione all’utilizzo dell’olio essenziale: a contatto con la pelle può causare forti irritazioni, inoltre, se assunto in dosi eccessive è molto dannoso per il fegato e per i reni.
In cucina
Le foglie di Sassofrasso, essiccate e ridotte in polvere, sono utilizzate per ispessire minestre e zuppe, alle quali conferiscono aroma e sapore gradevoli.
CURIOSITÀ
La tradizione narra che Cristoforo Colombo avvertì da lontano il profumo e l’odore del sassofrasso e sbarcò così nel Nuovo Mondo, fu denominato Sassafras da Linneo, poiché gli erano attribuite proprietà medicinali molto simili a quelle ben note e apprezzate della Saxifraga.