USI CONSIGLIATI
Salute
Artrite reumatoide, cattiva digestione, calcoli renali e biliari, cirrosi epatica, emorroidi, dermatiti squamose, insufficienza epatica, ipercolesterolemia, itterizia, mancanza di appetito, reumatismi, stitichezza, xantelasma, verruche, stimolare le attività diuretiche, sudorifere e depurative.
Bellezza
Crema emolliente per pelli secche, non più giovani, lozione per schiarire l’efelide e la pelle giallastra.
Cucina
Insalate, caffè, vini, bevande toniche, liquori e birra.
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DESCRIZIONE
Il Tarassaco, più comunemente conosciuto come “ Dente di leone” o “Soffione”, è una delle piante erbacee europee più utili e più comuni, benché generalmente sia considerata come una pianta infestante. Appartenente alla numerosa famiglia delle Composite è originario dell’Europa e dell’Asia, e in seguito importato altrove. Tutte le parti della pianta sono impiegate dal campo medicinale, con un’efficace e sicura azione diuretica, paragonabile a quella dei farmaci chimici, a quello cosmetico, è inoltre utilizzata anche in campo alimentare, come erba da insalata e sostituto del caffè.
Principi attivi
Un principio amaro: tarassicina, tarasserina, una resina acida, tarassosterolo, acidi diossicinnaminici, flavoxantina, inulina, acido citrico, acido fenilossiacetico, riboflavina, sitosterolo, sitosterina, stigmasterolo, cumestrolo, vitamina B, C e provitamina A.
Aspetto e crescita
Pianta perenne molto comune e resistente, spontanea, facilmente reperibile nei prati, nei pascoli, nei luoghi erbosi, incolti e nei boschi, cresce bene nei terreni ricchi azotati e in qualsiasi posizione, sino a 2000 m di altitudine circa. Possiede una radice cilindrica, affusolata, spessa, carnosa e contenente lattice, sulla porzione superiore sono visibili alcune cicatrici semicircolari in corrispondenza dell’inserzione delle foglie degli anni precedenti. Dalla radice si sviluppano i fusti semplici, privi di ramificazioni laterali, che raggiungono un’altezza di 30-40 cm, le foglie, raggruppate a formare una rosetta basale, possono essere erette o stese a terra, hanno forma oblunga, lanceolata, possono essere intere, dentate, frastagliate o pennatifide e l’apiceè spesso triangolare. I fiori giallo-dorati sono riuniti in capolini solitari all’apice degli steli, compaiono dalla primavera all’autunno e solitamente si chiudono di notte o quando il cielo è nuvoloso. I fiori sono seguiti da pappi globulari composti di setole ramificate disposte a forma di ombrello, all’apice di ogni setola sono disposte a forma di ombrello, all’apice di ogni setola disposti i semi piumati. Il Tarassaco si riproduce per semina a primavera fino all’inizio dell’autunno, si dissemina molto facilmente. Si consiglia di coltivare la pianta come annuale per evitare che il sapore diventi amaro.
Raccolta e conservazione
Raccogliere le foglie dall’inizio della primavera all’autunno, raccogliere invece le radici dall’estate all’autunno inoltrato. Essiccare le foglie all’ombra in un luogo ventilato sopra un canovaccio di tela e conservarle in sacchetti al riparo dalla polvere. Essiccare le radici al sole o in stufa, a temperatura moderata, conservare in vasi di vetro al riparo dall’umidità e dalla polvere.
PROPRIETÀ
Innumerevoli sono le proprietà del Tarassaco: amaro-toniche, eupeptiche, digestive, depurative, colagoghe e lassative. Svolge un’ottima azione diuretica, coleretica e stomachica, stimola inoltre l’appetito. È particolarmente indicato nella cura dei disturbi epatici, specialmente itterizia, colecistite, ipercolesterolemia e nei primi stadi della cirrosi epatica. Efficace rimedio come antireumatico e nella cura dell’artrite. Infine, grazie alle sue proprietà depurative è utile nella cura di emorroidi, verruche e dermatiti squamose.
Parti utilizzate
Sono impiegate tutte le parti della pianta fresche o essiccate: le radici, le foglie e i fiori.
Preparazioni
• Infuso: portare a bollore 1 l di acqua, togliere dal fuoco e mettere a macerare 25 g di foglie. Lasciare raffreddare quindi filtrare.
• Decotto di radici: bollire, per 15-20 minuti circa, 10 g di radici, lasciare raffreddare e colare.
• Decotto di radici e foglie: sminuzzare e frantumare 30-40 g di radici e foglie di Tarassaco, metterle in 1 l di acqua fredda, portare a bollore e proseguire la cottura per dieci minuti. Lasciare raffreddare e quindi colare.
• Succo di radice: strizzare con una tela pulita alcune radici raccolte in autunno fino a ottenere 100 g circa di succo delle stesse. Il succo così ottenuto può essere consumato fresco, addolcito, se si desidera, con un poco di zucchero o miele. In alternativa per conservarlo aggiungere 20 g di alcool a 90°, 15 g di glicerina e 18-20 g di acqua, travasare in una bottiglietta a chiusura ermetica e conservare in un luogo fresco e asciutto.
• Tintura: mettere a macerare 20 g di radici essiccate e sminuzzate in 80 g di alcool a 20°. Lasciare a macero per 10-15 giorni quindi colare e filtrare. La dose consigliata è 50-60 gocce 3-4 volte durante la giornata. La tintura di Tarassaco si può acquistare facilmente in erboristeria.
Salute
• Artrite reumatoide e reumatismi: assumere un bicchiere d’infuso di radice al mattino a digiuno prima della colazione.
• Cattiva digestione, mancanza di appetito, stitichezza: prendere 2-4 cucchiai al giorno di succo fresco, o 1-2 cucchiai di succo conservato.
• Disturbi al fegato, insufficienza epatica, itterizia, cirrosi epatica, ipercolesterolemia, calcoli renali, calcoli biliari: assumere ogni giorno due tazze di decotto di radice lontano dai pasti, in alternativa prendere 3-4 cucchiai di tintura di Tarassaco durante la giornata preferibilmente lontano dai pasti.
• Emorroidi e verruche: applicare direttamente sulle zone interessate cataplasmi o compresse preparate con il succo fresco di radice, lasciare agire per 15-20 minuti, quindi sciacquare con acqua tiepida, nel caso di verruche, dopo l’impacco, se si sono ammorbidite, provare a rimuoverle con una spatola.
• Xantelasma e dermatiti squamose: il termine xantelasma indica un’affezione della pelle localizzata a livello delle palpebre superiori con escrescenze di colore giallastro, tale affezione è dovuta a un eccesso di colesterolo nel sangue e del cattivo funzionamento del fegato, assumere, prima dei pasti, tre tazze di decotto di foglie e radici al giorno, o bere per quindici giorni al mattino a digiuno un bicchiere di succo fresco. Come ottimo rimedio si consiglia inoltre di fare impacchi sulle zone interessate come sopra descritto.
• Stimolare le attività diuretiche, sudorifere e depurative: per depurare il sangue, favorendo l’eliminazione delle tossine attraverso la diuresi, assumere, preferibilmente prima dei pasti principali, tre tazze di decotto di radici e foglie di Tarassaco, in alternativa bere un bicchiere d’infuso tiepido a digiuno. Inoltre l’uso commestibile delle foglie fresche rappresenta già un ottimo trattamento depurativo e vitaminizzante.
Bellezza
• Crema emolliente per pelli secche, non più giovani: riscaldare a fuoco basso 25 ml di olio di soia e 25 ml di olio di mandorle, nel frattempo sciogliere 25 g di burro di cacao e amalgamarlo agli oli. Fare fondere 15 g di cera d’api e versarla nel composto mescolando per evitare la formazione di grumi. Riscaldare 25 ml d’infuso filtrato di Tarassaco e aggiungere 0,65 ml di borace, unire quindi tutto al composto e lasciare raffreddare, non appena la crema comincia a rapprendersi unire cinque gocce di essenza di neroli. Una volta completamente raffreddata conservare la crema in vasetti con coperchio a vite lontano dalle fonti di calore. Stendere sul viso ogni mattina di consueto.
• Lozione per schiarire le efelidi e la pelle giallastra: utilizzare l’infuso di fiori per fare direttamente dei lavaggi delle zone interessate, grazie all’azione detossificante del Tarassaco, se fatti regolarmente, questi lavaggi contribuiscono a pulire pelli impure e malsane rendendole fresche e luminose.
In cucina
Radici e foglie di Tarassaco sono utilizzabili in insalata, sono state, infatti, create cultivar a foglia grande da utilizzare come verdura primaverile o autunnale. Le radici essiccate, tagliate e abbrustolite danno il miglior sostituto del caffè, tutte le parti della pianta infine sono impiegate nella preparazione di vini, liquori, bevande toniche e birra fermentata e non fermentata.
CURIOSITÀ
Molto probabilmente i primi a utilizzare il Tarassaco furono gli Arabi durante l’XI secolo, infatti, è raramente citato negli scritti dei Greci e dei Romani, poi dal XVI secolo in poi s’impose come “droga” ufficiale presso tutti i farmacisti, che la indicarono con il nome di Herba taraxacom o Herba urinaria.