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Storia
“Il Signore ha creato i medicamenti della terra e l’uomo assennato non li disprezza. Dio ha dato agli uomini la scienza perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie. Con esse il medico cura ed elimina il dolore e il farmacista prepara le miscele”
(Siracide 38, 4-7).
La salute dell’anima deve accompagnarsi a quella del corpo. Tenendo presenti gli insegnamenti della Bibbia, arricchendoli con saggezza popolare e osservazione diretta, generazioni di monaci hanno imparato a sfruttare i segreti delle erbe.
Il convento dei Frati Carmelitani Scalzi di Sant’Anna a Genova fu, nel 1584, il primo insediamento di quest’ordine in Italia, circa vent’anni dopo che Teresa di Gesù e Giovanni della Croce ebbero iniziato in Spagna la nuova famiglia nell’ambito del Carmelo.
I primi documenti storici relativi alla nostra farmacia risalgono al 1650, quando già pochi decenni dopo la fondazione, con fra Martino di S. Antonio (1638-1721) vi si parla di una “spezieria” dei Carmelitani Scalzi.
Gli antichi registri riportano che “usciva ogni giorno per procurare il necessario per i rimedi […] da lui affluivano molti malati e non tutti guarivano dalla malattia con lo stesso rimedio, […] bisognava fare varie pozioni, farmaci, cataplasmi.”
Martino era ricco di carisma e sapeva somministrare al momento giusto le medicine. Spesso rassicurava i malati con la sua sola presenza. Sapeva che l’attenzione integrale verso il malato è la prima cura della malattia. E che salute fisica e psichica sono un tutt’uno.
Nel 1778 Lorenzo Robello, uno stimato medico, firma una convenzione per preparare i medicinali per il convento ed insegnare la sua arte ad un religioso destinato a diventare “speziale”.
Nel 1792 la cura e l’amministrazione della spezieria, che navigava in cattive acque, fu affidata a fra Domenico De Simoni, che assunse il nome di Giovanni della Croce. Il suo impegno la risollevò e produsse, nell’anno 1798, un valore di 1.580 lire.
I registri della spezieria riportano anche i nomi delle specialità e dei clienti.
Tra i prodotti più usati la manna, le tavolette contro i vermi, lo zucchero bianco, decotti di china, sali d’Inghilterra, cinnamomo, rosolio, unguento di fior di papavero, un’interessante “bibita spiritosa d’incenso, mirra, aloe e spirito di vino” e l’unguento per la rogna.
Tra i clienti, all’inizio dell’Ottocento figuravano il medico Angelo Bruzick, il chirurgo Rocco Artisi di Voltri, il console di Danimarca Giuseppe Alessi Morellet, assiduo consumatore di Elixir Vitae, la spezieria dell’ospedale genovese di Pammatone, che acquistava estratto di china e rosa rossa secca, le Carmelitane scalze di Santa Teresa, le monache di San Silvestro e quelle di San Girolamo, il parroco di Crocefieschi.
Qualche anno più tardi l’erboristeria ebbe contatti con un celebre e discusso medico parigino, il dottor Louis Le Roy, autore de “La medicina curativa” pubblicata a Napoli nel 1825 in quattro volumi.
Oggi l’attività dei Frati Carmelitani continua coniugando antico e nuovo. I laboratori oggi sono moderni, l’ausilio della scienza ha permesso di perfezionare i processi. Ma le ricette restano quelle antiche, gli ingredienti quelli di sempre: esclusivamente naturali.