ALCHECHENGI (Physalis alkekengi)

USI CONSIGLIATI

Salute

Calcoli renali, calcoli alla vescica, disturbi al fegato, dolori gastrointestinali, eccessiva ritenzione di liquidi e di acido urico, febbre, gotta, infiammazioni dell’apparato urinario, infiammazione e irritazioni della pelle, influenza, ingorghi dello stomaco, nefrite, periodi di convalescenza, reumatismi, stitichezza, per aumentare la diuresi, per depurare il sangue.

Casa e giardino

Decorazioni invernali.

Cucina

Frutta fresca, marmellate, gelatine, canditi, bevande nutrienti.

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DESCRIZIONE

L’Alchechengi, conosciuto anche con i nomi di “chichingero”, “alchechengio”, o “alchechenge”, è una pianta erbacea popolarissima per i suoi frutti aciduli e del sapore asprigno. Appartenente alla famiglia delle Solanacee trova le sue origini nei paesi dell’America meridionale, in particolare nel Perù, da dove, solo in seguito alla scoperta dell’America, fu diffuso in gran parte dell’Europa, oggi è, infatti, ampiamente coltivato nell’Europa centrale e sudorientale e nell’Asia fino al Giappone. In Italia si trova principalmente nelle regioni settentrionali, specialmente nella zona padana, mentre diventa più raro al sud.

Principi attivi

Sono contenuti nel frutto: vitamina C, acidi organici, compreso acido malico e acido citrico, una sostanza amara denominata fisalina, pectine, pectinase, zuccheri, in particolare glucosio.

Aspetto e crescita

Pianta erbacea, perenne (spesso coltivata come annuale), spontanea, cresce bene in un terreno fertile, ben drenato, leggero e poroso, preferisce un’esposizione soleggiata o a mezz’ombra nelle regioni a clima più caldo, è facilmente reperibile fra le siepi, lungo i fossi, nelle vigne e nei luoghi incolti fino a 1500 m di altitudine. Possiede un rizoma strisciante, con sottili radichette laterali, dal quale si sviluppa il fusto eretto, angoloso, ramificato, con un’altezza variabile tra i 25 e gli 80 cm circa. Le foglie, quasi completamente glabre, di color verde opaco, sono alterne, provviste di un lungo picciolo, abbastanza ampie e di forma ovato-lanceolata con l’apice acuto, il margine è intero o raramente dentato. I fiori ascellari sono grandi e solitari, compaiono da maggio a giugno, portati da un peduncolo che si ripiega verso il basso via via che il frutto maturo, sono regolari, di colore bianco-giallognolo, a corolla ampia suddivisa in cinque lobi. I frutti infine sono bacche globose, poco più piccole di una ciliegia, di colore rosso-scarlatto o giallo, sono rivestiti da una sottile pellicola lucente, all’interno contengono una polpa acquosa rosso-chiara in cui sono inclusi numerosi semi, ogni bacca è contenuta in un calice accrescente abbastanza grande, rosso opaco, globoso-vescicoloso, rigonfio, che ricorda un po’ per la sua forma i lampioncini cinesi, presenta costolature longitudinali, è reticolato e ha consistenza cartacea. Si riproduce per semina in primavera, o per talea in autunno.

Raccolta e conservazione

Raccogliere in estate le foglie e gli steli della pianta, i frutti a completa maturazione al fine estate-inizio autunno. Fare seccare all’ombra per un lungo periodo steli, foglie e frutti. Conservare in sacchetti di carta o tela, al riparo da polvere e umidità.

PROPRIETÀ

L’Alchechengi è una pianta dotata di preziose proprietà medicinali e come tale è coltivata fin dall’antichità, svolge una potente azione diuretica e depurativa: facilita, infatti, l’eliminazione dei liquidi in eccesso in caso di nefriti, evita l’accumulo di acido urico nel sangue, inibisce la formazione di calcoli renali e vescicali, stimola la produzione dell’urina ed è un ottimo rimedio in tutti i disturbi in cui è coinvolto l’apparato urinario. È efficace come tonico, ricostituente e febbrifugo in caso d’influenza, perché contribuisce ad abbassare la temperatura del corpo, è utile nella cura e nel trattamento della gotta e dei reumatismi. I suoi frutti inoltre svolgono un’azione nutriente e leggermente lassativa. Infine per uso esterno le sue foglie calmano e alleviano le infiammazioni cutanee.

Parti utilizzate

Sono impiegati i frutti freschi o essiccati, le foglie e gli steli.

Preparazioni

• Decotto di frutti: versare in un litro di acqua bollente due manciate abbondanti di frutti di Alchechengi essiccati, proseguire l’ebollizione per 5-8 minuti circa, quindi togliere dal fuoco. Lasciare riposare il decotto fino a completo raffreddamento, colare e conservare in un luogo fresco. Assumere 4-5 tazze durante la giornata.

• Infuso: in un recipiente di porcellana versare un litro di acqua bollente sopra 30-40 g di foglie e steli di alchechengi essiccati e sminuzzati, lasciare in infusione per dieci minuti quindi colare. Bere 4-5 tazze al giorno dell’infuso preparato.

• Sciroppo: in un mortaio pestare e ridurre in pezzi la quantità desiderata di frutti freschi (eventualmente anche alcune foglie e steli freschi) fino a ottenere una “poltiglia”, versare il composto ottenuto sopra una tela robusta e ben pulita e, mediante torsione, spremere il succo, aggiungere, infine, al succo raccolto delle pari quantità di zucchero sciogliendolo a caldo. La dose consigliata è 2-3 cucchiai al giorno.

• Tintura: mettere a macerare in 150-170 g di alcool a 55° 20 g di foglie e steli essiccati e 20 g di frutti secchi di Alchechengi, dopo 10-12 giorni filtrare e conservare in una boccetta di vetro scuro, assumere 4-5 cucchiaini al dì.

Salute

• Calcoli renali, calcoli alla vescica, eccessiva ritenzione di liquidi e di acido urico, gotta, infiammazioni all’apparato urinario, nefrite, reumatismi, per aumentare la diuresi, per depurare il sangue: assumere all’occorrenza durante il corso della giornata 4-5 tazze di decotto di frutti di alchechengi, se il gusto è troppo sgradevole dolcificare con un poco di miele, oppure prendere tre tazze al dì d’infuso di alchechengi e mangiare 10-15 frutti di alchechengi al giorno. Assai efficaci inoltre come diuretici, antiurici e antireumatici sono sia la tintura sia lo sciroppo, assumerli secondo le dosi indicate. Infine come potente diuretico preparare il seguente vino medicinale: fare macerare un litro di buon vino bianco secco 20-25 frutti di alchechengi essiccati e 30-40 g di foglie essiccate di alchechengi, dopo dieci giorni di macerazione colare e conservare in un luogo fresco, la dose ottimale è 2-3 bicchierini al giorno preferibilmente lontano dai pasti.

• Disturbi al fegato, dolori gastrointestinali, ingorghi dello stomaco, stitichezza: bere quando è necessaria una tazza d’infuso di alchechengi prima dei pasti principali, oppure prendere 4-5 cucchiaini di tintura durante la giornata, o 2-3 cucchiai di sciroppo. Infine per un’efficace azione lassativa consumare durante la giornata 20-30 frutti di Alchechengi.

• Febbre, influenza, periodi di convalescenza: per abbassare la temperatura del corpo aumentare la sudorazione, assumere 4-5 tazze al giorno di decotto di frutti o d’infuso di Alchechengi, come tonico e ricostituente prendere inoltre 2-3 cucchiai al giorno di sciroppo di Alchechengi.

• Infiammazioni e irritazioni della pelle: applicare come cataplasma le foglie fresche di Alchechengi bollite in acqua per qualche minuto, lasciare agire per 30-40 minuti circa. Inoltre fare lavaggi delle zone doloranti e applicare compresse imbevute in un decotto di frutti concentrato (50 g di frutti in 500 ml di acqua), lasciare agire per venti minuti.

Avvertenze

Si raccomanda di non superare le quantità indicate, perché dosi, molto abbondanti possono provocare diarrea.

Casa e giardino

Decorazioni invernali: raccogliere i rametti di Alchechengi quando i “lampioncini” (cioè i calici) sono di un bel colore arancione vivo, farli essiccare rapidamente all’ombra in un luogo aerato. Preparare così una composizione associando i rametti di alchechengi essiccati a gerbere arancioni o gialle e a garofani bianchi, questi fiori formeranno una composizione semplice ma di grane effetto, adatta per tutte le occasioni.

In cucina

I frutti dell’Alchechengi sono commestibili, possono essere consumati freschi, o conservati sotto spirito e sono ottimi come canditi, in pasticceria sono impiegati per confezionare marmellate e gelatine. Frullati, passati al setaccio, aggiunti di una goccia di vaniglia, o un pizzico, se in polvere, e infine mescolati con un poco di yogurt naturale diventano una squisita bevanda.

CURIOSITÀ

Affini alla specie Physalis alkekengi vi è la specie Physalis perwiana, con bacche di sapore migliore e la specie Physalis angulata con più accentuate proprietà medicinali. In Italia, infine, è coltivata un’altra specie a scopo alimentare, Physalis pubescens, che si differenzia per una maggiore pelosità e per il calice verde o verde-giallastro.

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