FICO D’INDIA (Opuntia ficus-indica)

USI CONSIGLIATI

Salute

Attacchi di tosse, cistite, diarrea, disturbi intestinali, edemi, epatopatie, ferite, infiammazioni e irritazioni della pelle, malattie del fegato in generale, oliguria (scarsa produzione di urina), reumatismi, ritenzione di liquidi e di acido urico, spasmi del tratto intestinale e della milza, ustioni solari e non, per rilassare i muscoli delle vie respiratorie, per facilitare il consolidamento delle fratture ossee, per favorire la maturazione di ascessi e foruncoli infetti.

Bellezza

Maschera per il viso ad azione emolliente e reidratante, tonico per pelli aride e infiammate.

Cucina

Marmellate, composte, mostarda, contorno per pietanze.

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DESCRIZIONE

Il Fico d’India che tutti conosciamo, è il frutto di una pianta della famiglia delle Cactacee appartenente al genere Opuntia, che a sua volta comprende circa 250-300 specie. È una pianta molto antica la cui coltivazione risale sicuramente all’età precolombiana, trova le sue prime origini non in India, come il nome potrebbe far credere, ma in diverse zone dell’America tropicale, in particolare nelle regioni che corrispondono all’attuale Messico. Molto probabilmente il Fico d’India fu importato in Europa, per opera dei colonizzatori spagnoli, dalla Spagna passò ben presto nella vicina costa nordafricana e nel resto delle zone calde mediterranee, comprese quelle dell’Italia meridionale.

Principi attivi

Zuccheri, in particolare glucosio, fruttosio e tracce di saccarosio, vitamina C, ceneri, aminoacidi, acidi organici, mucillagini, il frutto fornisce in media 45-50 calorie per 100 g di prodotto.

Aspetto e crescita

Pianta dall’espetto cespuglioso, tendente all’arborescente, raggiunge un’altezza di 2-3 m circa. Spontanea e coltivata a scopo alimentare soprattutto nei paesi di origine, la sua coltivazione non presenta particolari difficoltà e l’unica limitazione è data dal freddo e dai terreni con prolungati ristagni di acqua. Il Fico d’India, grazie alle sue radici penetranti e diffusissime, è in grado di procurarsi umidità e sostanze nutritive a grandi distanze, anche se presenti in quantità minime: infatti, si trova facilmente in terreni aridi e pietrosi, sulle scarpate e nei luoghi incolti. La pianta è formata da “cladodi”, cioè da rami composti di elementi sub-legnosi, succulenti, di forma ellittica, compressi, appiattiti e di colore verde, che sono chiamate volgarmente “pale”. Le foglie, caduche, compaiono sulle gemme di cui è cosparsa ciascuna pala e vi permangono per un mese circa, molto piccole, molto simili a una spina carnosa, cadono, lasciando un nodulo circondato da aculei con i quali la pianta si difende. La parte basale della pianta è lignificata negli esemplari maturi, circa cilindrica e con la superficie screpolata. I fiori, inseriti nella parte apicale dei cladodi, sono costituiti da sepali carnosi disposti in più serie, i petali, numerosi, sono ovali-oblunghi e di colore giallo brillante. Il frutto, commestibile, presenta la superficie esterna come quella dei cladodi, cioè fornita di areole con spine irritanti, di forma oblunga, è di colore giallo o rossastro, internamente la polpa contiene numerosi semi.

Raccolta e conservazione

Raccogliere i fiori all’inizio della fioritura, in genere giugno-luglio, farli essiccare all’ombra e conservarli in recipienti di vetro. I frutti vanno raccolti a completa maturazione, in estate, avanzata, e si consumano freschi o in composte. Raccogliere i cladodi durante tutto l’anno e utilizzarli freschi dopo aver eliminato gli aculei.

PROPRIETÀ

La pianta del Fico d’India non solo produce un frutto molto energetico, povero di grassi, nutriente e dissetante, ma possiede anche diverse proprietà medicinali. I fiori, che contengono sostanze flavonoidiche, agiscono come antispasmodici dei tratti intestinali e della milza e sono inoltre dei buoni diuretici, indicati in caso di scarsa produzione di urina e di cistite. I frutti hanno proprietà astringenti, efficaci per arrestare attacchi di diarrea e anche per calmare attacchi di tosse. Il succo ricavato dai cladodi, assunto per via interna, è particolarmente efficace nella cura di malattie del fegato, mentre per uso esterno svolge un’azione emolliente, idratante e antinfiammatoria in caso di ustioni solari. Irritazioni e infiammazioni cutanee, è ottimo come antireumatico, favorisce il consolidamento delle fratture ossee e accelera la maturazione di foruncoli, pustole e ascessi.

Parti utilizzate

Sono impiegati i fiori essiccati, i frutti freschi, il succo e la polpa dei cladodi freschi.

Preparazioni

• Infuso di fiori: versare un litro di acqua bollente sopra 20-30 g di fiori essiccati, sminuzzati e contusi, lasciare in infusione fino al raffreddamento quindi colare. Se ne prendono 3-4 tazze al giorno.

• Frutti freschi: sbucciarli con molta attenzione cercando di non toccarli con le dita, perché le numerose spine si conficcano nella pelle con estrema facilità e sono molto difficili da estrarre.

• Succo di cladodi: tagliare in pezzi i cladodi raccolti, eliminare le spine e gli aculei strofinandoli energicamente in acqua, quindi tritarli grossamente e metterli in un sacchetto di tela con la trama fitta. A questo punto comprimere e torcere con forza il sacchetto raccogliendo tutto il succo che fuoriesce, quest’ultimo va filtrato con cotone prima dell’uso. In alternativa si possono passare in centrifuga. La dose consigliata è 2-3 cucchiai al giorno.

• Sciroppo: dopo aver eliminato le spine, sbucciare alcuni frutti, tagliarli a fettine e ricoprirli con zucchero di canna, lasciando riposare per dieci ore. Estrarre quindi lo sciroppo (il liquido ottenuto) e filtrarlo per separare i semi.

• Cataplasmi e impacchi: tagliare a metà i cladodi privi di spine, farli scaldare nel forno per 10-15 minuti, quindi applicarli direttamente sulle zone interessate per venti minuti. In alternativa, ridurre in poltiglia la polpa dei cladodi e applicarla direttamente, rinnovando 2-3 volte al giorno.

Salute

• Attacchi di tosse, per rilassare i muscoli delle vie respiratorie: con azione antispastica e leggermente calmante, assumere due tazze d’infuso di fiori dolcificato con miele di Acacia oppure lo sciroppo caldo a cucchiaiate durante il corso della giornata.

• Cistiti, edemi, oliguria (scarsa produzione di urina), ritenzione di liquidi e di acido urico: con azione diuretica, assumere durante la giornata quattro tazze d’infuso di fiori, dolcificato con un poco di miele se il gusto fosse molto amaro. Se la situazione non dà segni di miglioramento nell’arco di qualche giorno, rivolgersi al medico.

• Epatopatie, malattie del fegato in generale: con azione lenitiva e antinfiammatoria delle vie epatobiliare, assumere all’occorrenza durante il corso della giornata 2-3 cucchiai di succo di cladodi, se il gusto è troppo sgradevole condire con un poco di succo di limone e dello zucchero di canna. Se i disturbi diventano seri, è preferibile rivolgersi al medico.

• Ferite, infiammazioni e irritazioni della pelle, reumatismi, ustioni solari e non, per facilitare il consolidamento delle fratture ossee, per favorire la maturazione di ascessi e foruncoli infetti: con azione emolliente, reidratante e antinfiammatoria, applicare direttamente sulle zone doloranti, ben lavate, cataplasmi o impacchi preparati con la polpa fresca dei cladodi, lasciar agir rinnovando 2-3 volte durante la giornata. Se la situazione non migliora, è preferibile chiamare il medico per evitare complicazioni.

Bellezza

• Maschera per il viso ad azione emolliente e reidratante: adatta a tutti i tipi di pelle, in particolare a quelle molto secche e con problemi d’idratazione. Stendere sulla pelle del viso la polpa dei cladodi freschi ridotti in poltiglia, lasciar agire per venti minuti, quindi sciacquare con abbondante acqua fresca o tiepida e ultimare il trattamento applicando una crema idratante al narciso.

• Tonico per pelli aride e infiammate: adatto a pelli di tutte le età. Applicare all’occorrenza direttamente sull’epidermide ben detersa il succo fresco dei cladodi, già dopo 1-2 applicazioni si vedranno i benefici risultati.

In cucina

I Fichi d’India consumati freschi sono ottimi sia per il loro sapore particolare sia per il loro potere nutritivo adatto a chi segue diete ipocaloriche. Possono essere impiegati per preparare marmellate, composte e mostarde esotiche. I cladodi, tagliati a cubetti, possono essere serviti lessati, arrostiti o conditi con olio, sale e limone.

CURIOSITÀ

Per una produzione fruttifera pregiata è necessaria la “scozzolatura” ossia l’asporto dei frutti, appena formati, molto prima che maturino. In questo modo si favorisce l’emissione di gemme fruttifere ritardate, con la produzione di frutti più grossi dalla polpa più ricca, dolce e con meno semi.

 

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