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Salute
Artrite reumatoide, artrosi (cervicoartrosi, lomboartrosi, artrosi d’anca, ecc.), contusioni, dolori alla schiena, dolori articolari, dolori muscolari (anche dello sportivo), gotta, reumatismi del sangue, degenerativi, infiammatori e in generale, rigidità articolare, strappi muscolari, tendiniti.
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DESCRIZIONE
L’Artiglio del diavolo è una pianta appartenente alla famiglia delle Pedaliacee, ordine delle Tubiflore (Dicoltiledoni), la famiglia delle Pedaliacee comprende 16 specie di piante: per la maggior parte piante erbacee annuali o perenni, ma anche alcuni arbusti (come per esempio le specie del genere Uncarina), a questa famiglia infine appartiene anche la pianta del Sesamo, Sesamum indicum. L’Artiglio del diavolo, Harpagophytum procumbens, trova le sue origini nelle regioni aride dell’Africa e in particolare nelle zone delle savane (Kalahari), dove tuttora è molto diffuso, si trova inoltre in alcune regioni del Madacascar, dell’indo-Malaysia e dell’Australia. In Europa come “Droga”, a utilizzo terapeutico, è arrivata solo all’inizio di questo secolo, anche se il suo impiego presso le popolazioni locale risale a tempi molto antichi, studi recenti hanno reso evidente le sue proprietà terapeutiche.
Principi attivi
Contenuti principalmente nei tubercoli, o radici secondare, che si formano nel terreno. I composti attivi più importanti, con azione analgesica e antinfiammatoria, appartengono alla classe dei glucosidi, in particolare: arpagoside; arpagide e procumbide.
Aspetto e crescita
Pianta erbacea, spontanea, cresce preferibilmente in terreni aridi, poveri di acqua e si adatta bene a climi caldi e anche piuttosto secchi. Il suo apparato radicale è costituito da numerosi tubercoli, o radici secondarie, che si sviluppano molto in profondità nel terreno, dove, in qualche modo, si riparano dalla disidratazione sicura, costituiscono, infatti, un vero e proprio deposito di acqua per la sopravvivenza della pianta. Le foglie di colore verde intenso, opposte (talvolta quelle più alte possono essere alterne), sono prive di stipole, generalmente semplici, intere o lobate, sulla superficie portano spesso peli ghiandolari. I fiori ermafroditi, in genere solitari, oppure riuniti in piccoli grappoli disposti all’ascella delle foglie, sono dotati di un breve peduncolo alla base del quale si sviluppano alcune ghiandole. Ciascun fiore è costituito da un calice a cinque sepali e da una corolla tubolare di cinque petali fusi tra di loro, gli stami sono di solito in numero di 4, più un quinto staminoide, l’ovario è generalmente bicarpellare. Il frutto infine è costituito da una capsula o una noce spesso uncinata, all’interno sono contenuti i semi con poco endosperma, carnosi e rugosi all’esterno. Si riproducano per semina.
Raccolta e conservazione
I tubercoli, o radici secondarie, vanno raccolti alla fine dell’estate, scavando in profondità nel terreno. Lavare bene i tubercoli per eliminare eventuali residui di terra, tagliare a fette di 1-2 cm e far essiccare al sole, conservare infine in sacchetti di carta o tela bene al riparo dall’umidità e dalla polvere.
PROPRIETÀ
L’Artiglio del diavolo è una pianta ampiamente utilizzata come rimedio naturale nella medicina tradizionale africana e oggi sta diventando di uso comune anche nella nostra farmacopea. Recenti studi clinici e sperimentali hanno messo in evidenza come questa pianta sia in grado di svolgere un’azione antinfiammatoria paragonabile a quella del cortisone (viene infatti soprannominata “cortisone vegetale”), molto utile nella cura di dolori articolari, in caso di artrite reumatoide, reumatismi infiammatori, tendinite, contusioni, dolori alla schiena, rigidità articolare in genere. Oltre che a essere un ottimo antinfiammatorio, l’Artiglio del diavolo è assai efficace come antispasmodico e analgesico: infatti, allieva e calma il dolore in tutti i casi di affezione artritiche e reumatiche. Svolge inoltre un’azione stimolante dell’attività del fegato, è utile soprattutto in caso di eccesso di colesterolo o di iperglicemia; stimola infine le funzioni gastrointestinali favorendo i processi digestivi in quei soggetti che soffrono di digestione difficile e lenta a causa di un intestino tropo pigro.
Parti utilizzate
Sono impiegati esclusivamente i tubercoli o radici secondarie.
Preparazioni
Decotto: far bollire, per 1-2 minuti, in mezzo di litro di acqua un cucchiaino da tè (5 g circa) di tubercoli di Artiglio del diavolo essiccato e finemente sminuzzati, trascorso il tempo indicato togliere dal fuoco e lasciar macerare dalle 6 alle 12 ore circa, quindi colare. Secondo le indicazioni, bere tutto il preparato durante la giornata, suddividendolo in tre volte, una o due ore prima dei pasti principali. Si consiglia di assumere il decotto freddo, senza l’aggiunta di zucchero (se il gusto è troppo sgradevole aggiungere solo una punta, non di più, di miele) e bere ciascuna dose a piccoli sorsi, distanziati di 2-3 minuti circa uno dall’altro.
Polvere: pestare in un mortaio fino a ottenere una polvere fine, oppure passare al macinacaffè, la quantità desiderata di radici secondarie essiccate di Artiglio del diavolo. La dose consigliata è un cucchiaino di polvere in un’ostia, oppure mescolato a un poco di miele, prima dei pasti.
Estratto acquoso: far bollire 10-15 g circa di tubercoli essiccati e sminuzzati in un litro di acqua, dopo 5 minuti dall’inizio dell’ebollizione togliere dal fuoco, far raffreddare e lasciar macerare per una settimana in luogo buio, agitando leggermente ogni giorno. Trascorso il tempo indicato colare e consumare durante la giornata 4-5 tazzine, secondo le indicazioni.
Compresse: si trovano già pronte per l’uso in erboristeria oppure in farmacia, la dose consigliata è 2 compresse tre volte al giorno, preferibilmente assunte a stomaco pieno dopo i pasti principali.
Salute
Artrite reumatoide, artrosi (cervicoartrosi, lomboartrosi, artrosi d’anca, ecc.), dolori articolari, dolori muscolari (anche dello sportivo), gotta, reumatismi del sangue, degenerativi, infiammatori e in generale, rigidità articolare: per un’efficace azione antinfiammatoria e analgesica assumere all’occorrenza il decotto di radici di Artiglio del diavolo: bere, durante il corso della giornata, tutto il preparato suddividendolo in tre volte, oppure prendere prima dei pasti un cucchiaino di polvere di radice di Artiglio del diavolo, per coloro che riescono a sopportare il cattivo sapore delle preparazioni acquose dell’Artiglio del diavolo, prendere 4-5 tazzine al giorno di estratto acquoso un’ora prima dei pasti. In alternativa assumere tre volte al giorno 2 compresse di Artiglio del diavolo, preferibilmente dopo i pasti o comunque a stomaco pieno. In genere un trattamento antinfiammatorio dura 2 mesi consecutivi (non deve essere inferiore alle tre settimane) e poi a cicli mensili, se però i sintomi persistono e non migliorano in nessun modo consultare il medico.
Contusioni, dolori alla schiena, strappi muscolari, tendiniti: per allievare il dolore e far passare eventuali infiammazioni prendere prima dei pasti un cucchiaino di polvere di radice di Artiglio del diavolo mescolata a un poco di miele, oppure assumere il decotto di radice secondo le indicazioni. Se i dolori non passano prendere anche, per 3-4 settimane, 2 compresse di Artiglio del diavolo tre volte al giorno, quindi consultare il medico.
Disturbi gastrointestinale, eccesso di colesterolo, iperglicemia: bere all’occorrenza il decotto di radice oppure l’estratto acquoso di Artiglio del diavolo, un’alternativa assai efficace è la polvere di radice assunta una o due ore prima dei pasti principali.
Avvertenze
L’assoluta mancata di tossicità, e l’ottima tollerabilità a livello gastrointestinale di questa pianta ha reso i suoi preparati ottimi rimedi adatti alla maggior parte delle persone. Raramente può provocare dolori di stomaco con nausea e vomito, in particolare in quei soggetti che soffrono di gastrite acuta e/o ulcera peptica, pertanto è preferibile assumere l’Artiglio del diavolo a stomaco pieno o comunque vicino ai pasti. Se ne sconsiglia l’utilizzo per i bambini di età inferiore ai 10-12 anni, alle donne in gravidanza e durante il periodo dell’allattamento. Si ricorda infine che l’acqua spremuta dalle radici fresche e la loro polpa sono amarissime e non vanno utilizzate né come bevanda né come alimento.
CURIOSITÀ
Il nome curioso dell’Harpagophytum procumbens, Artiglio del diavolo o arpago, deriva molto probabilmente dalla forma particolare dei suoi frutti legnosi, assai frastagliati e muniti di caratteristici artigli.
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