BIANCOSPINO (Crataegus monogyna)

USI CONSIGLIATI

Salute

Affezioni delle vie respiratorie, aritmia cardiaca, angina pectoris, calcoli renali, crampi uterini, diarrea, disturbi della menopausa, infiammazione delle mucose della bocca e delle gengive, insonnia, ipertensione, nevrosi cardiache, palpitazioni, pressione alta, ritenzione urinaria, ronzii alle orecchie, stati di angoscia e di arteriosclerosi, tachicardia, tosse, vene varicose, vertigini

Bellezza

Maschera astringente per pelli grasse

Casa e giardino

Recinzioni e siepi

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DESCRIZIONE

Il Biancospino è un arbusto che talvolta raggiunge le dimensioni di un albero, appartiene alla famiglia delle Rosacee e in genere cresce in siepi e in boschi di latifoglie. Il nome botanico del Biancospino deriva dal termine che in greco ha il significato di robustezza, con riferimento alla qualità del suo legno, mentre il nome comune della pianta in molte lingue si riferisce alla sua forma, cioè quella di un cespuglio spinoso. La pianta di Biancospino è originaria dell’Europa, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale e poi naturalizzata in altre zone a clima temperato, in Italia si trova facilmente dalle zone calde vicino al mare fino alle zone submontane. È una pianta molto importante dal punto di vista medico, viene, infatti, largamente utilizzata nella medicina orientale e occidentale (ortodossa e non) nel trattamento di disturbi dovuti a ipertensione e stress.

Principi attivi

Glucosidi di flavone, catechine, crategina, quercetina, quercitrina, saponine, vitamina C, acidi crategico e crategolico, diversi altri elementi non ancora ben identificati.

Aspetto e crescita

Pianta solida, perenne e spinosa che cresce molto rapidamente, prospera bene nella penombra, ma preferisce una posizione aperta, in pieno sole, dove può raggiungere i 9 m di altezza circa con un’ampiezza di 4,5-6 m., possiede un fusto legnoso, tortuoso e assai ramificato, i rami sono spinosi e rigidi. Le foglie presentano un contorno ovale, sono glabre, coriacee, di color verde scuro e profondamente lobate, in genere 3-5 lobi con il margine normalmente intero. Nella tarda primavera compaiono, all’apice di rametti corti, i fiorellini riuniti in grappolini, ognuno dei quali è composto di 5-15 fiorellini bianchi leggermente sfumati di rosso e dolcemente profumati. Nella tarda estate fino all’autunno compaiono sui rami le bacche di colore rosso chiaro, tali bacche, di forma ovale, sono dei falsi frutti e contengono nella loro polpa il vero frutto in forma di uno o raramente due noccioli. Si riproduce per semina: seminare i semi maturi all’aperto a fine inverno-principio di primavera oppure piantare i giovani arbusti dall’autunno all’inizio della primavera. Si raccomanda di proteggere con ripari.

Raccolta e conservazione

Le infiorescenze si raccolgono in marzo-aprile, quando i fiori sono in boccio o cominciano a sbocciare, reciderli con le foglie che le circondano, raccogliere i frutti in settembre-ottobre, appena prima della completa maturazione, staccare infine, la corteccia in autunno. Essiccare le varie parti della pianta all’ombra, conservare i fiori e la corteccia in sacchetti di carta o tela, i frutti in vasi di vetro chiusi al riparo dall’umidità e dalla polvere.

PROPRIETÀ

Il Biancospino è ampiamente utilizzato nella medicina familiare; la corteccia possiede proprietà febbrifughe, le foglie e i frutti sono astringenti, antidiarroici e antiscorbutici. I fiori, che svolgono un’azione curativa di maggiore importanza, sono degli ottimi cardiotonici, ipotensivi, antispasmodici e blindamenti ipnotici. Il Biancospino svolge un’efficace azione sedativa del sistema nervoso simpatico, regola la pulsazione cardiaca e la pressione sanguigna in casi di angina pectoris, nevrosi cardiache, tachicardia e ipertensioni in genere. Svolge un’azione vasodilatatrice in stati di sofferenza dei grandi vasi sanguigni e in caso di vene varicose, giovano infine nelle arteriosclerosi, nei disturbi della menopausa, nelle insonnie nervose, in caso di vertigini, stati di angoscia e ronzii alle orecchie.

Parti utilizzate

Sono utilizzati i fiori essiccati, i frutti freschi o essiccati e talvolta la corteccia essiccata.

Preparazioni

Decotto di frutti: fare bollire per quindici minuti circa, in 1 l di acqua, 100 g di frutti essiccati, lasciare raffreddare, quindi colare e prenderne 2-3 tazze durante la giornata.

Infuso di fiori: versare una tazza di acqua bollente sopra 5-6 g (un cucchiaino da tè) di fiori essiccati sminuzzati, lasciar riposare l’infuso per 5-8 minuti quindi colare e bere caldo. Se si desidera, dolcificare con un cucchiaino di miele.

Tintura: mettere a macerare, per 10-12 giorni, 25 g di fiori essiccati e sminuzzati in 80-85 g di alcool a 30°, quindi filtrare e conservare in una boccetta di vetro scuro con contagocce. La dose consigliata è di 20-40 gocce per volta, 2-3 volte al giorno in una tisana calda (meglio se di Tiglio), oppure allungate in un po’ di acqua.

Vino medicinale: mettere a macerare, per una settimana circa, in un litro di buon vino bianco secco 50 g di fiori essiccati di Biancospino e 100 g di Vischio, filtrare e conservare in una bottiglia di vetro. Prenderne un bicchierino prima dei pasti principali, oppure 5-6 cucchiai il giorno.

Salute

Affezioni delle vie respiratorie, infiammazioni delle mucose della bocca e delle gengive, tosse: utilizzare il decotto di frutti o l’infuso di fiori, eventualmente addolciti con un po’ di miele, per fare sciacqui e gargarismi almeno due volte il giorno.

Aritmia cardiaca, angina pectoris, nevrosi cardiache, palpitazioni, tachicardia: se i sintomi sono gravi chiamare immediatamente il medico, bere inoltre regolarmente 2-3 tazze al giorno d’infuso di fiori tiepido o caldo, oppure prendere all’occorrenza, come cardiotonico e ipotensione 20-40 gocce (per volta) di tintura, 2-3 volte durante la giornata.

Calcoli renali, diarrea, ritenzione urinaria: assumere 2-3 volte il giorno una tazza di decotto di frutti, se i disturbi persistono e peggiorano consultare il medico.

Crampi uterini e disturbi della menopausa: con azione antispasmodica, è utile prendere all’occorrenza due tazze al giorno d’infuso di fiori di Biancospino, e un bicchierino di vino medicinale prima dei pasti principali.

Insonnia, ipertensione, ronzii alle orecchie, stati di angoscia e di arteriosclerosi, vertigini: assumere con regolarità tre tazze d’infuso di fiori caldo, addolcito con miele, oppure 3-4 cucchiai al giorno di vino medicinale. In alternativa prendere trenta gocce di tintura tre volte al giorno: il mattino, a metà pomeriggio e prima di coricarsi alla sera. Molto efficace contro l’ipertensione è un infuso composto di Biancospino, boccioli di Tiglio e Achillea. Se i sintomi non migliorano in nessun modo, consultare subito il medico.

Pressione alta, vene varicose: per rafforzare i vasi sanguigni e regolare la circolazione sanguigna bere 3-4 volte il giorno una tazza d’infuso caldo di fiori di Biancospino.

Bellezza

Maschera astringente per pelli grasse: preparare un infuso con 5 g di foglie di Biancospino essiccate e sminuzzate in 50 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 10-12 minuti, quindi colare e filtrare. Nel frattempo sciogliere a fuoco molto lento, continuando a mescolare, un cucchiaio di cera d’api e un cucchiaio di lanolina, togliere dal fuoco, aggiungere i 50 ml d’infuso di foglie prima preparato e mescolare fino a quando il composto non sia completamente raffreddato, aggiungere quindi a questo punto un cucchiaio di argilla bianca continuando a rimestare fino a ottenere una crema soffice e densa. Applicare sul viso come di consueto e lasciare agire per 20-30 minuti circa. Quindi sciacquare con abbondante acqua tiepida.

In casa e giardino

Il Biancospino forma una bella siepe spessa o un gradevole arbusto nel prato, se bruciato, emana un buon calore e un delicato profumo rilassante. Per fare una bella recinzione di Biancospino, piantare gli arbusti a 30-40 cm circa d’intervallo l’uno dall’altro, quindi potare le piante, se necessario, tra metà estate e metà primavera.

CURIOSITÀ

L’albero di Biancospino è per tradizione legato al Cristianesimo: si dice che la corona di Cristo fosse di Biancospino e, sempre secondo la tradizione, che anche il bastone di Giuseppe Arimatea fosse fatto di legno di Biancospino.

 

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