DULCAMARA (Solanum dulcamara)

USI CONSIGLIATI

Salute

Attacchi di asma, catarro, colite ulcerosa, congestione bronchiale, contusioni, dermatosi, dolori articolari e muscolari, dolori dovuti ad ascessi al seno, eczemi, eruzioni cutanee, febbre alta, gotta, influenza, ittero, raffreddore, reumatismi, tosse, ulcere, per depurare e fluidificare il sangue.

Bellezza

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DESCRIZIONE

La Dulcamara, Solanum Dulcamara, appartiene alla numerosa famiglia delle Solanacee, la quale è composta di più di 1700 specie, alcune di notevole importanza economica mentre altre interessante solo dal punto di vista orticolo, molte, però sono usate in tutto il mondo a scopo medicinale. La Dulcamara trova le sue origino in Europa, in Asia e in America settentrionale, oggi è largamente diffusa nelle regioni a clima temperato, in Italia cresce senza difficoltà dal mare fino alle zone di montagna. Come altre solanacee, la Dulcamara è considerata una pianta velenosa: in particolare lo sono le sue bacche che contengono il glicoalcaloide irritante, solanina, che in soluzione libera alcaloidi tossici per il sistema nervoso, nonostante questo, varie parti della pianta sono state usate a scopo medicinale fin dal XIII secolo.

Principi attivi

Alcaloidi (sino all’1%), tra i quali solaceina, solaneina e solanina, saponine, glucosidi e non glucosidi, compresi acidi dulcamarico e acido dulcamaretico.

Aspetto e crescita

Pianta perenne, cespugliosa, rampicante, in grado di raggiungere un’altezza di 60-170 cm circa, spontanea, cresce preferibilmente in terreno da asciutto a molto umido, ricco, neutro o alcalino, predilige un’esposizione parzialmente soleggiata, è facilmente reperibile nei terreni incolti, nelle zone erbose, lungo i corsi di acqua e nei boschi. Si sviluppa su una radice fibrosa, dalla quale si sviluppa il fusto, cilindrico, molto ramificato, flessibile, dapprima sdraiato sul terreno, poi circa rampicante e intrecciato ai rami dei cespugli vicini su cui si avviluppa. Le foglie, alterne, dotate di un picciolo abbastanza lungo, sono di forma ovato-lanceolata, con l’apice acuminato, la base a volte cuoriforme e il margine intero, quelle della porzione inferiore sono semplici, mentre quei superiori sono divisi in tre foglioline e in genere la fogliolina centrale e la più grande. I fiori, di colore violetto e macchiato di verde, sono riuniti in corimbi inseriti in posizione opposta alle foglie terminali, la corolla è formata da cinque petali di forma lanceolata e spesso ripiegati all’indietro, generalmente compaiono dalla primavera all’autunno. I frutti, infine, sono bacche, ovoidali, con la superficie glabra, dapprima di colore verde e poi rosso scarlatto una volta giunti a maturazione, la polpa è carnosa, succosa e contiene all’interno alcuni semi reniformi. Si riproduce per semina primaverile, oppure per talea seminatura in estate.

Raccolta e conservazione

Raccogliere i ramoscelli di due o tre anni (denominati stipiti), in primavera o dopo la caduta delle foglie in autunno, le radici si prelevano in autunno, e si decorticano. Far essiccare sia i ramoscelli sia le radici all’aria, lontano dalla luce diretta del sole, conservare infine in robusti sacchetti di carta lontano dalla polvere.

PROPRIETÀ

La Dulcamara è utilizzata come rimedio della medicina popolare da diversi secoli: possiede, infatti, proprietà depurative e fluidificanti del sangue, utile nella cura di reumatismi, gotta, ittero, colite ulcerosa, dolori articolari e muscolari, esercita un’azione molto efficace come espettorante e antipiretico in caso di congestione bronchiale, catarro, raffreddore, tosse, attacchi di asma, influenza e febbre alta. Per uso esterno è indicata nella cura di eczemi, casi di dermatosi, eruzioni cutanee e ulcere.

Parti utilizzate

Sono impiegati i ramoscelli di 2-3 anni di vita (stipiti) essiccati all’aria, e più raramente le foglie fresche.

Preparazioni

Decotto: far bollire in un litro abbondante di acqua 10 g di ramoscelli essiccati, dopo pochi minuti dall’inizio dell’ebollizione, togliere dal fuoco e lasciar riposare per altri quindici minuti, quindi colare. Se ne prendono due tazze al giorno lontano dai pasti principali. Quando il decotto preparato con 10 g è terminato prepararne un secondo con 15 g per un litro e infine un terzo con 20 g per un litro. La cura va fatta prima assumendo il decotto di 10 g, poi quello da quindici e infine quello da 20 g, se il gusto è troppo sgradevole dolcificare con un poco di miele di Acacia o di Tarassaco.

Estratto fluido: acquistare in farmacia o erboristeria, la dose consigliata è a 1-3 g nelle ventiquattro ore.

Tintura: mettere a macerare 30 g di ramoscelli di Dulcamara essiccati e sminuzzati grossolanamente in 120 g di alcool a 60°, dopo 8-10 giorni di macerazione, colare e filtrare in una boccettina di vetro scuro con contagocce. La dose consigliata è prendere dalle quindici alle 20 gocce due volte durante la giornata, diluite in poca acqua, o su una zolletta di zucchero, oppure disciolte in una bevanda a piacere.

Sciroppo:

Mettere in infusione 120 g di ramoscelli essiccati in 1800 g di acqua bollente, dopo sei ore circa, filtrare con una tela spremendo bene e aggiungere poi 180 g di zucchero bianco per ogni 100 g di liquido colato. A questo punto far bollire per qualche minuto e poi rifiltrare, conservare in una bottiglietta di vetro scuro con tappo a vite. Se ne prende dai cinquanta ai 100 g il giorno.

Salute

Attacchi di asma, catarro, congestione bronchiale, febbre alta, influenza, raffreddore e tosse: con azione espettorante e antipiretica, assumere all’occorrenza il decotto di ramoscelli lontano dai pasti e secondo il modo sopra indicata, oppure prendere venti gocce di tintura due volte al giorno, diluite in un poco di acqua fredda, o su una zolletta di zucchero, oppure disciolte in una tazza d’infuso di Erisimo (asma), o betonica (bronchite) o Frassino comune (febbre alta). In associazione a tali rimedi, prendere inoltre 60-70 g di sciroppo il giorno.

Colite ulcerosa, dolori articolari e muscolari, gotta, ittero, reumatismi, per depurare e fluidificare il sangue: con azione diuretica, calmante e antireumatica, assumere tutti i giorni, lontano dai pasti principali, due tazze di decotto di ramoscelli nelle dosi indicate, oppure prendere da uno a 3 g di estratto fluido nel corso di ventiquattro. In alternativa assumere due volte al giorno venti gocce di tintura in poca di acqua o disciolte in una tazza d’infuso di Altea o Ortica, associato alla tintura prendere anche 60-80 g di sciroppo il giorno. Come trattamento esterno in caso di gotta, dolori articolari, muscolari e reumatismi, aggiungere a 50 ml di olio di nocciole 50-60 gocce di tintura, o 5-8 g di estratto fluido, mescolare bene fino a ottenere una miscela omogenea e quindi utilizzare l’unguento così preparato per fare massaggi delle zone doloranti.

Contusioni, dermatosi, dolori dovuti ad ascessi al seno, eczemi, eruzioni  cutanee e ulcere: con azione calmante, fare lavaggi e sciacqui delle zone interessate con un decotto concentrato di ramoscelli (40 g in un litro), applicare inoltre impacchi o compresse con il medesimo preparato, lasciando agire per 30-40 minuti circa. In caso di contusioni e ascessi al seno applicare direttamente sulle parti doloranti, a modi di cataplasma, alcune foglie fresche di Dulcamara, sminuzzate e contuse.

Avvertenze

La Dulcamara essendo una pianta velenosa va usata con estrema cautela e preferibilmente sotto controllo medico, se assunta in dosi eccessive paralizza il sistema nervoso centrale, rallenta il battito cardiaco e la respirazione, abbassa la temperatura, provoca vertigini, delirio convulsioni e morte.

Bellezza

Crema anticellulite alla Dulcamara: sciogliere a bagnomaria due cucchiaini di cera d’api e un cucchiaino di cera emulsionante, nel frattempo riscaldare tre cucchiaini di olio di Mandorla e un cucchiaino di olio di Avocado e unirli alle cere mescolando bene. Aggiungere quattro cucchiai di decotto concentrato (40 g in un litro) di ramoscelli di Dulcamara e lasciare raffreddare, infine incorporare al composto otto gocce di olio essenziale di Rosmarino, otto di Origano e otto di Finocchi. Utilizzare come di consueto.

In cucina

In cucina è impiegata principalmente come insaporente e aromatizzante per piatti di verdura e carne, l’unica condizione è che il contenuto di solanina nel prodotto finale non superi i 10 mg per kg.

CURIOSITÀ

L’uso specifico della Solanum Dulcamara è cominciato all’inizio del XVI secolo circa: in quell’epoca questa pianta fu chiamata Dulcis amara, perché il suo sapore, in effetti, è dapprima amaro e poi dolce.

 

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