GRANO SARACENO (Polygonum fagopyrum)

USI CONSIGLIATI

Salute

Congelamento, dolori mestruali, geloni, ipertensione accompagnata da fragilità capillare, morsicature, punture d’insetti e ferite traumatiche, vene varicose, intensa attività fisica.

Cucina

Polenta taragna, pizzoccheri, kasha, pani, focacce, frittelle.

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DESCRIZIONE

Il Grano saraceno, classificato con il nome Polygonum fagopyrum, è considerato a torto un cereale. Non appartiene infatti alla famiglia delle Graminacee, ma a quella delle Poligonacee. Non è quindi un “grano” e non ha neanche origine saracene, ma bensì è mongolo, originario di una vasta zona che si estende dal lago Baikal (Siberia) alle regioni della Manciuria. Dapprima si diffuse in Cina, in Giappone e in India; in seguito giunse in Europa durante il Medioevo grazie ad alcuni mercanti mussulmani (da cui il nome saraceno). Oggi viene largamente coltivato in America Settentrionale, Asia centrale e Cina. In Italia viene coltivato in alcune zone delle Alpi e degli Appennini, dove sostituisce i cereali, grazie alla rapidità di crescita e alle scarse esigenze in fatto di terreno.

Principi attivi

Il Grano saraceno contiene principalmente glucosidi flavonoidi quale rutina e quercitina; una elevata quantità di aminoacidi essenziali ed è infine particolarmente ricco di magnesio. Possiede un elevato valore nutritivo ed è particolarmente adatto nell’alimentazione invernale e nei paesi a clima freddo.

Aspetto e crescita

Si tratta di una pianta erbacea, annua e spontanea; cresce bene in terreni erbosi silicei, ricchi, nei boschi misti, nelle paludi e si trova più frequentemente nei terreni in prossimità dell’acqua. Si sviluppa con un fusto eretto, di colore rossiccio, che raggiunge un’altezza che varia da i 30 ai 60 cm. Le foglie sono morbide e cuneiformi, in particolare quelle inferiori hanno un picciolo ben sviluppato, mentre quelle superiori sono praticamente sessili: il lembo fogliare è cuoriforme o sagittato, con orecchiette sagittate o arrotondate. I fiori, molto piccoli (3-4 mm circa), sono di colore bianco, sbocciano riuniti in infiorescenze a grappolo da giugno ad agosto. I frutti sono acheni lunghi 5 mm, trigoni, con angoli smussati, di colore bruno. I piccoli semi infine, hanno una forma triangolare e sono duri e sfarinabili.

Raccolta e conservazione

Raccogliere le foglie durante l’estate, i semi al termine della fioritura. Farli essiccare al sole e conservare in luogo fresco e ben asciutto.

CURIOSITÀ

La pianta intera, oppure solo i semi, vengono usate ampiamente nell’alimentazione del bestiame. I semi del grano saraceno vengono talvolta utilizzati per sofisticare il pepe, dal momento che hanno un colore molto simile. In Russia e in Polonia è tuttora molto coltivato e largamente usato, anche mescolato al frumento o ad altri cereali.

PROPRIETÀ

Le foglie sono impiegate in fitoterapia per varie affezioni, dal congelamento ai geloni fino all’ipertensione accompagnata da fragilità capillare. I medici cinesi lo prescrivono per morsicature, punture d’insetti, dolori mestruali e ferite traumatiche.

Preparazioni

• Infuso di foglie: portare a bollore 600 ml di acqua, togliere dal fuoco e attendere 30 secondi; quindi versare l’acqua su 25 g di foglie essiccate di grano saraceno; è preferibile utilizzare recipienti di terracotta o maiolica, si sconsigliano recipienti di alluminio o acciaio. Lasciare in infusione fino a raffreddamento o lasciare riposare tutta la notte, quindi filtrare. Conservare per non più di tre giorni in un luogo fresco e asciutto.

• Compresse: immergere un panno di lino o cotone in un infusione calda di foglie di Grano saraceno; applicare sulle zone interessate. Le compresse vanno applicate calde o fredde a seconda del caso, comunque ad una temperatura tollerata. Nel caso di compressa calda coprirla con un foglio di plastica e un panno imbottito per mantenere il calore. Quando diventa fredda sostituirla immediatamente con una nuova, in alternativa mettere una bottiglia calda sul foglio di plastica.

Salute

. Affezioni da congelamento e geloni: applicare sulle zone interessate delle compresse a temperatura ambiente, proseguendo finché il dolore non si allevia.

• Dolori mestruali: bere all’occorrenza due tazze d’infuso durante il corso della giornata.

• Ipertensione accompagnata da fragilità capillare: assumere tre volte al giorno l’infuso di foglie di Grano saraceno; nei casi di fragilità capillare applicare delle compresse fredde o a temperatura ambiente. Nei casi in cui l’ipertensione è grave e cronica si consiglia di consultare il medico.

• Migliorare la circolazione: per rinforzare i capillari fragili e deboli bere quotidianamente una tazza d’infuso di Grano saraceno al mattino prima di colazione.

• Morsicature, punture d’insetti e ferite traumatiche: applicare delicatamente, per brevi periodi, sulle parti interessate delle compresse tiepide; se in seguito a punture d’insetti si manifestano reazioni allergiche consultare subito il medico.

• Vene varicose: grazie alla presenza di rutina l’infuso di Grano saraceno è particolarmente indicato per rafforzare i vasi sanguigni. Assumerne almeno tre tazze al giorno, se la situazione non migliora rivolgersi subito al medico.

• Intensa attività fisica e stanchezza: il Grano saraceno costituisce un’ottima riserva di aminoacidi essenziali, magnesio e zuccheri, prendere quindi alcune tazze d’infuso all’occorrenza come ricostituente e rivitalizzante.

In cucina

Dalla macinazione ottenuta dai piccoli semi del Polygonum fagopyrum si ricava la tipica farina di colore scuro. Questa farina può essere utilizzata per preparare pani, focacce, la polenta nera e in particolare “polenta taragna”, tipica della Valtellina e squisita se accompagnata dai formaggi tipici locali, qual bitto, toma, casera ed altri. Serve inoltre per la confezione dei famosi pizzoccheri e altre preparazioni valligiane. Il Grano saraceno è altresì uno degli ingredienti principali di uno dei tipici piatti russi, la Kasha.

• Frittelle ripiene a base di grano saraceno: diluire 200 g di farina di Grano saraceno in acqua e sale fino ad ottenere un impasto fluido da far riposare per 5 ore in un luogo tiepido. Nel frattempo preparare un ripieno a vostra scelta: porri e funghi, carote e cipolle, ortiche e tofu, formaggi bianco e uvette; preparate le frittelle come semplici crepes, quindi farcirle con il ripieno preparato.

 

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