USI CONSIGLIATI
Salute
Bruciature, mal di testa, congestione cerebrale dovuta al calore (insolazione), depressione, dolori di origine reumatica, emicranie, ferite infette, lipotimia o svenimento, mal di testa da tensione nervosa, piaghe, ritenzione di liquidi, stati di affaticamento sia fisico sia mentale, ulcere della pelle, per favorire i processi di cicatrizzazione.
Cucina
Bevanda aromatica.
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DESCRIZIONE
Il Mate è un bellissimo albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Aquifoliacee. Si ascrive al numeroso genere Ilex, che comprende circa 400 specie di alberi e arbusti, decidui e sempreverdi, ampiamente diffusi in tutto il mondo, ma con una predilezione per i climi caldo-temperati o addirittura tropicali. Il Mate è originario dell’America meridionale, in particolare di Brasile, Argentina, Perù, Cile e Paraguay, oggi lo traviamo diffuso anche nel nostro continente accanto ad un’altra specie appartenente allo stesso genere. l’Ilex acquifolium, conosciuta comunemente con il nome di “Agrifoglio”. Il Mate cresce in forma spontanea nelle regioni temperate dell’America australe, fra i 20° e i 30° di latitudine, in altitudini comprese tra i 500 e i 1000 m sul livello del mare, abbonda in Brasile negli stati di Paranà, Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Mato Grosso, mentre è più raro in quelli di San Paolo, Minas e Goiàz.
Principi attivi
Contenuti principalmente nelle foglie fresche ed essiccate: alcaloidi, tra i quali la caffeina sino a una percentuale dello 0,2-2% circa, acido clorogenico fino al 10-16%, acido neoclorogenico, catecolo di teobromina, tannini, olio volatile.
Aspetto e crescita
Arbusto o albero sempreverde, delicato, spontaneo nei paesi di origine e coltivato su scala commerciale in Paraguay, la sua altezza varia a seconda della località in cui cresce la pianta: nella foresta e nelle terre profonde può raggiungere anche i 15-20 m, mentre non supera gli 8-10 m (e anche molto meno) negli spazi molto soleggiati, in genere è mantenuto basso come pianta ornamentale. Cresce preferibilmente in terreno umido e ben drenato, richiede un’esposizione parzialmente al sole o ombreggiata, non sopporta temperature inferiori ai 7° C. Possiede tronco eretto con rami glabri, le foglie, persistenti, disposte in posizione alterne, sono ovato-lanceolate e cuneiformi alla base, lunghe circa 5 cm, sono irregolarmente dentato-crenate, lucenti e di colore verde più scuro sulla pagina inferiore. I fiori, bianchi, di grandezza simile a quelli del nostro comune agrifoglio, sono ascellari e fascicolati. I frutti sono costituiti da piccole bacche rossastre, di forma sferica, all’interno della quale sono contenuti quattro noccioli con la superficie solcata da striature longitudinali. Si riproduce per seme in primavera, oppure per talea di legno semi maturo nella tarda estate o all’inizio della stagione autunnale.
Raccolta e conservazione
Raccogliere le foglie all’inizio della primavera e farle essiccare rapidamente all’ombra e in un luogo aerato. Conservare in recipienti di vetro.
PROPRIETÀ
L’albero del Mate, oltre a trovare impiego come tè aromatico, possiede preziose proprietà medicinali che l’hanno reso un ottimo rimedio della medicina popolare e della fitoterapia. Un tempo era utilizzato dagli Indios sudamericani per le sue proprietà stimolanti, soprattutto durante le lunghe traversate dalle Ande. Il Mate svolge un’efficace azione tonica e stimolante a livello del sistema nervoso centrale, per questo è spesso utilizzato nella cura di cefalee, emicranie e semplici mal di testa da tensione nervosa associata ad affaticamento sia fisico che mentale. Come diuretico e depurativo agisce in caso di ritenzione di liquidi e dolori di origini reumatiche e artritiche, è un buon antispasmodico ed è in grado di eliminare l’appetito in caso di obesità. Per uso esterno il Mate esercita un’azione antisettica e cicatrizzante, assai utile in caso di ferite infette, ulcere e bruciature.
Parti utilizzate
A scopo medicinale e terapeutico sono impiegate esclusivamente le foglie essiccate.
Preparazioni
• Infuso: versare un litro di acqua bollente in un recipiente di porcellana o di terracotta contenente 20-40 g di foglie essiccate e sminuzzate grossolanamente, lasciare in infusione, coperto e a temperatura ambiente. Per 10-15 minuti, quindi colare. S ne prende 2-3 tazze durante la giornata, se si desidera, dolcificare con un cucchiaino di miele.
• Infuso per uso esterno: sminuzzare grossolanamente 50-60 g di foglie essiccate di Mate e versarvi sopra un litro di acqua bollente, lasciare in infusione coperto fino a completo raffreddamento, quindi colare. Utilizzare l’infuso così preparato per fare lavaggi e sciacqui e per applicare impacchi e compresse, lasciare agire sulle parti doloranti per 20-30 minuti prima di rinnovare.
Salute
• Cefalee, congestione cerebrale dovuta al calore (insolazione), depressione, emicranie, lipotimia o svenimento, mal di testa da tensione nervosa, stati di affaticamento sia fisico sia mentale: con azione tonica, antispasmodica e leggermente analgesica, assumere all’occorrenza durante il corso della giornata 2-3 tazze d’infuso di foglie di Mate, se il gusto del preparato fosse troppo sgradevole al palato, dolcificare con un cucchiaino di miele al Rosmarino o di miele di Castagno. Se i sintomi persistono e la situazione non migliora nell’arco di breve tempo, interrompere il trattamento e rivolgersi al medico per una terapia più adeguata.
• Dolori di origini reumatiche, ritenzione di liquidi: con azione diuretica e depurativa, assumere all’occorrenza durante il corso della giornata 2 al massimo 3 tazze d’infuso di foglie, dolcificando con un cucchiaino di miele di Tarassaco. All’insorgere dei primi segni d’intolleranza alla pianta o se i sintomi persistono a lungo, interrompere immediatamente il trattamento e rivolgersi al medico al più presto per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente.
• Ferite infette, piaghe, ulcere della pelle, bruciature, per favorire i processi di cicatrizzazione: con azione antisettica e cicatrizzante, fare almeno 2 volte durante la giornata dei lavaggi o degli sciacqui utilizzando l’infuso di foglie per uso esterno, applicare, inoltre, sulle zone doloranti impacchi o compresse imbevuti nel medesimo preparato, lasciando agire per 20-30 minuti. Se la situazione non mostra alcun segno di miglioramento, si consiglia di consultare il medico per evitare l’insorgere d’infezioni.
Avvertenze
Si ricorda che il Mate è un eccitante nervoso e muscolare, anche se i suoi effetti non sono così marcati come quelli del caffè, inoltre, si ricorda che il Mate non deve venire assunto in modo continuo, neanche quando si utilizza a scopo medicinale. Il consumo abituale di Nate, per l’elevato contenuto di caffeina, provoca dipendenza (necessità, di continuare ad assumerlo) e assuefazione (necessita di aumentarne le dosi), al pari di quanto avviene con qualsiasi droga. Provoca, inoltre, diversi effetti tossici a livello del sistema nervoso (irritazione), del cuore (palpitazioni e tachicardie) e dell’apparato digerente (gastrite e predisposizione all’ulcera gastroduodenale). Infine si ricorda che l’uso del Mate è controindicato nei seguenti casi: ulcera gastroduodenale, gastrite, pirosi (acidità di stomaco), nervosismo, ipertensione, cardiopatie, aritmie e gotta, non va inoltre assunto in gravidanza, perché riduce lo sviluppo del feto, e durante l’intero periodo dell’allattamento, poiché la caffeina passa molta velocemente nel latte materno.
In cucina
Il Mate è una bevanda molto diffusa in Sudamerica, specialmente nelle regioni in cui la dieta è a base di carne. L’aroma ricorda quello del tè, e lo stesso vale per la sua composizione chimica. I sudamericani preparano il Mate mettendo le foglie, leggermente tostate, in un guscio di cocco o in una zucca svuotata, quindi vi versano sopra acqua calda, addolciscono l’infuso con un’abbondante dose di zucchero e lo bevono con una sorta di cannuccia detta “bombilla”: un tubicino nella cui estremità inferiore è sistemata una sfera bucherellata che funziona da filtro.
CURIOSITÀ
Il Mate è conosciuto nei paesi di origine con i nomi di Palo Yerba e Kaa. L’importanza che questa pianta ebbe nel consumo americano ha fatto si che diventasse ben presto oggetto di coltivazioni specializzate. Furono i gesuiti i primi che, nel 1578, si occuparono della coltivazione della pianta e della preparazione del prodotto.