MELOGRANO (Punica granatum)

USI CONSIGLIATI

Salute

Afte alla bocca, anemia, mal di testa, coliche gastrointestinali, diarrea, dissenteria, emicranie, gengivite, infiammazioni e irritazioni alla gola, leucorrea, mal di stomaco, piaghe, ritenzione di liquidi, tenia, ulcere

Cucina

Frutto fresco, gelati, granatine, bevanda fermentata, sciroppi

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DESCRIZIONE

Il Melograno è un albero dal bellissimo aspetto appartenente alla famiglia delle Punicacee, citato in molte scritture antiche, sono state più volte soggette di rappresentazioni figurativo-pittoriche sin dal tempo degli antichi Egizi, i quali insieme ai Greci e ai Romani lo utilizzavano anche a scopo medicinale. La pianta del Melograno è originaria dell’Asia, in particolare dell’Afghanistan, dell’Iran e della regione himalaiana, poi fu esportata e naturalizzata altrove nella regione mediterranea, in India, in America meridionale, nella zona meridionale degli Stati Uniti e in certe zone dell’Africa meridionale e orientale. Oggi è coltivato su scala commerciale e orticola, ne esiste una singolare specie nana quale Punica granatum var.nana, che cresce nelle zone temperate e in serra come pianta ornamentale.

Principi attivi

Nella scorza del frutto sono contenuti: una sostanza colorante gialla, acido gallo-tannico (sino al 30%). Nella scorza della radice si ritrovano alcaloidi (sino allo 0,9%), tra i quali soprattutto pelletierina, pseudopelletierina, isopelletierina, metilisopelletierina, tannini (sino al 20%). Nella foglia vi sono: acido ursolico, acido betullico, diversi triterpeni. Nei frutti infine: zucchero invertito (sino al 10-20%), glucosio (5-10%), acido citrico (0,5-3,5%), acido borico e vitamina C.

Aspetto e crescita

Albero deciduo o cespuglio, spontaneo, cresce preferibilmente in regioni a clima temperato. È in grado di raggiungere un’altezza variabile dai due ai 5 metri circa, il fusto possiede una corteccia rugosa e di colore cinerino, i rami sono molto flessuosi e spesso hanno l’apice spinoso, i rametti più giovani sono lisci e privi di spine apicali. Le foglie, intere, di forma ovale o lanceolata, sono opposte o verticillate oppure riunite a gruppi, la loro superficie è leggermente lucida e priva di peli, si restringono alla base in un breve peduncolo mediante il quale si ancora ai rami. I fiori solitari o riuniti in gruppi di due o tre, brevemente picciolati, compaiono da giugno a luglio, sono composti di cinque-otto elementi carnosi, di colore rosso aranciato e con superficie cerosa. I frutti infine, chiamati Melograni o Melogranati, sono grosse bacche globose commestibili, di colore rosso brunastro o giallastro, contengono un gran numero di semi prismatici, separati in gruppi da membrane sottili, trasparenti e gialle, i semi hanno una polpa morbida, rosata e dal sapore acidulo.

Raccolta e conservazione

Raccogliere i fiori poco prima della fioritura, le foglie durante l’estate e la corteccia della radice durante l’autunno, i frutti infine, quando sono completamente maturi. Essiccare rapidamente i fiori e le foglie all’ombra, conservare i fiori in vasi di vetro chiusi e le foglie in sacchetti di carta. Fare essiccare al sole la corteccia della radice e conservarla in sabbia asciutta e pulita, la scorta di radice deve essere rinnovata ogni anno.

PROPRIETÀ

Il Melograno è conosciuto soprattutto per le sue efficaci proprietà vermifughe e antibatteriche: in particolare la corteccia della radice è assai utile nella cura e nel trattamento contro la tenia. Il Melograno è considerato un potente tonico, astringente e antispasmodico, impiegato con notevole successo nella cura della diarrea e negli attacchi di dissenteria, e utilizzato inoltre anche in caso di colite e mal di stomaco. La polpa del frutto svolge un’efficace azione come diuretico in caso di ritenzione di liquidi e acido urico, i fiori invece sono impiegati con successo per alleviare il dolore di alcuni tipi di emicranie e mal di testa. Infine, per uso esterno, il Melograno possiede ottime proprietà antibatteriche utili nella cura di ulcere, infiammazioni alla gola, gengiviti, afte alla bocca.

Parti utilizzate

Si usa la scorza del frutto essiccata, la scorza della radice fresca o essiccata, la foglia fresca e il frutto fresco.

Preparazioni

Decotto di foglie: bollire, sol per pochi minuti, 40 g di foglie di Melograno fresche in un litro di acqua abbondante, togliere dal fuoco e colare immediatamente. La dose consigliata è di 2-4 tazzine durante il giorno.

Decotto di fiori: fare bollire per cinque minuti circa 30 g di fiori di Melograno in un litro di acqua, togliere dal fuoco e lasciare riposare per 10-15 minuti, quindi colare e addolcire con un po’ di miele.

Decotto di radice: mettere a macerare, per ventiquattro ore, 60 g di acqua fredda (all’incirca due bicchieri pieni), dopo la macerazione mettere sul fuoco e portare a ebollizione facendo cuocere fino a quando l’acqua si sia ridotta di circa metà volume. Togliere dal fuoco, lasciare raffreddare e seguire attentamente le indicazioni per l’uso.

Infuso per uso esterno: versare, preferibilmente in un recipiente di terracotta o porcellana, un litro di acqua bollente sopra 50 g di fiori di Melograno essiccati e sminuzzati, lasciare in infusione per trenta minuti quindi colare e utilizzare per fare sciacqui e lavaggi secondo le indicazioni.

Salute

Afte alla bocca, gengivite, infiammazioni e irritazioni alla gola, leucorrea, piaghe, ulcere: fare lavaggi e irrigazioni delle parti interessate utilizzando l’infuso di fiori per uso esterno, in caso di afte alla bocca e infiammazioni alla gola sciacquare la bocca più volte il giorno e fare gargarismi con l’infuso di fiori. Con azione antibatterica applicare su piaghe e ulcere qualche foglia fresca di Melograno, ben pulita, fasciare e lasciare agire per 1-2 ore.

Anemia: assumere durante la giornata 2-4 tazzine di decotto di foglie di Melograno, dolcificato con un poco di miele.

Mal di testa ed emicranie: assumere tre tazzine al giorno di decotto di fiori dolcificato con miele, se i dolori non passano e diventano permanenti consultare il medico.

Coliche gastrointestinali, diarrea, dissenteria, mal di stomaco: con azione astringente e antispasmodica assumere all’occorrenza durante la giornata 10-12 cucchiaiate di decotto di fiori (4 tazzine circa) addolcito con un po’ di miele.

Ritenzione di liquidi: con azione diuretica, preparare il seguente sciroppo: mettere a macerare, per cinque giorni, 100 g di polpa di Melograno in 300 g di alcool a 60°, nel frattempo preparare uno sciroppo facendo bollire 170 g di acqua e 330 g di zucchero circa. Trascorsi i cinque giorni aggiungere lo sciroppo raffreddato alla polpa di Melograno macerata, mescolare bene e lasciare riposare per altre ventiquattro ore, quindi filtrare con corretta carta e conservare lo sciroppo in una bottiglia con tappo a vite. La dose consigliata è un cucchiaio preso 2-3 volte il giorno.

Tenia: un ottimo rimedio per la sicura espulsione della tenia: bere al mattino a digiuno due tazze di decotto di radice di Melograno, assunte in tre riprese a distanza di quindici minuti l’una dall’altra. Un’ora e mezzo dopo l’ultima assunzione prendere un energetico purgante a base di olio di ricino. In questi casi si consiglia comunque di consultare il medico.

Avvertenze

Si raccomanda di non superare le dosi consigliate e di non somministrare a bambini di età inferiore a cinque anni, a soggetti depressi o particolarmente nervosi, a donne in gravidanza. A dosi elevate la corteccia di Melograno può dar luogo a intolleranza con effetti e sintomi di avvelenamento.

In cucina

Il Melograno un tempo era maggiormente diffuso nelle nostre regioni meridionali, mentre ora è un frutto ormai abbastanza raro che sia principalmente importato da Israele come frutto esotico. Oggi siamo soliti trovarlo sulla tavola di Natale come una prelibata primizia: se ne mangiano i suoi grani freschi conditi con un poco di zucchero e limone, con la polpa interna si possono inoltre preparare sciroppi, gelati, granatine e una particolare bevanda fermentata.

CURIOSITÀ

Il nome della specie Punica, deriva dal latino Malum punicum, la “mela di Cartagine”, uno dei primi nomi, mentre poma granata (da cui deriva il nome melograno) fa riferimento ai numerosi semi contenuti nel frutto.

 

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