TAMARINDO (Tamarindus indica)

USI CONSIGLIATI

Salute

Febbre, raffreddore, tosse, stitichezza, stipsi acuta, depurativo per fegato e reni

Cucina

Piatti orientali, minestre, zuppe, salse, dolci, dessert, sciroppi, bevande dissetanti

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DESCRIZIONE

Il Tamarindo è un grande albero dalla chioma cupolare appartenente alla famiglia delle Leguminose, e più precisamente alla sottofamiglia delle Cesalpiniee. Originario dell’Africa equatoriale dove cresce spontaneo, è coltivato in ogni paese a clima caldo o temperato (Messico, Brasile, Caraibi, Madagascar). Nel Medioevo era un’essenza diffusa tra gli arabi, e probabilmente fu introdotto in Europa dai crociati, nel XVII secolo gli spagnoli lo portarono nelle Indie occidentali, dove è coltivato ancora oggi. Il Tamarindo è assai noto per la polpa che si estrae dal frutto, apprezzata per le sue proprietà dissetanti e lassative.

Principi attivi

Il tamarindo contiene acidi organici, zucchero invertito, acido tartarico, pectine, mucillagini e gommoresine.

Aspetto e crescita

È un albero che ama i climi tropicali e terreni ricchi e ben drenati, possiede una chioma assai densa e tondeggiante, e in genere raggiunge un’altezza di 15-20 m. il fusto, solitamente corto, è ramificato alla base, dal quale si sviluppano numerosi rami eretti, è rivestito da una corteccia spessa, molto fessurata, di colore grigiastro, che si solleva in scaglie circa sottili e friabili. La chioma è costituita da foglie persistenti, alterne, paripennate, con 10-18 foglioline, sostenute ciascuna da un picciolo ricoperto da piccoli peli. Le foglioline, di colore verde pallido, glabre, sono oblunghe con l’apice arrotondato, talvolta appuntito, e presentano nella parte basale una forma arrotondata e asimmetrica. I fiori sono raccolti in racemi terminali, talvolta in pannocchie, sono costituiti da cinque petali di colore giallo-arancio con alcune sfumature rosso-bruno, gli stami, in numero di tre, presentano filamenti saldati per metà della loro lunghezza. Il frutto è una capsula ricurva che a maturazione assume un colore marrone scuro, ha un rivestimento fragile ed è lungo fino a 10 cm, all’interno contiene una polpa carnosa che può nascondere sino a dieci semi rotondi di colore bruno lucente. Si riproduce per seme o per talea, in genere è una pianta che richiede poca cura.

Raccolta e conservazione

I frutti possono essere raccolti ancora acerbi, ma in genere è preferibile staccarli a piena maturazione (periodo variabile secondo la latitudine), quando la polpa è rossa-bruna. Si essiccano i frutti interi o solo la polpa in modo da ridurla in masse semisolide, conservare in luogo fresco e asciutto.

Aroma e sapore

Il Tamarindo possiede un aroma lievemente dolce e un sapore piacevolmente fruttato e acidulo.

In commercio

È solitamente commercializzato in blocchi bianchi e marrone di frutti spezzati e polpa parzialmente essiccati, oppure come concentrato.

Proprietà

Il Tamarindo è considerato un efficace lassativo zuccherino adatto anche per problemi di stitichezza negli organismi più delicati come nei bambini e negli anziani, grazie al suo contenuto di pectine e di acido tartarico, stimola il funzionamento dell’intestino mantenendolo pulito. Possiede particolari proprietà dissetanti, e costituisce, infatti, un ingrediente ideale per la preparazione casalinga di bevande rinfrescanti, depurative, epatodetossificanti e anti vomitivi. A volte è impiegato nella cura di stati febbrili e di raffreddamento, infine, grazie al suo gusto dolciastro, è utilizzato nell’industria farmaceutica anche per correggere alcune preparazioni medicinali con sapore sgradevole.

Parti utilizzate

La parte utilizzata in campo medicinale e alimentare è la polpa carnosa.

PREPARAZIONI

Polpa: fare stemperare con cura la polpa grezza in delle pari quantità in peso di acqua bollente, e passare attraverso un setaccio (che non deve mai essere in metallo) . quindi raccogliere il passato e lasciarlo cuocere a bagnomaria fino a che non assume una consistenza cremosa e pastosa. Questo concentrato ha un colore scuro, un deciso sapore acidulo ed emana un profumo simile a quello della melassa. Va conservato in un luogo fresco, asciutto, lontano dalle fonti di calore e al riparo dalla polvere. Va consumato al naturale oppure mescolato con un poco di miele.

Infuso: mettere in infusione 30-50 g di polpa in un litro di acqua bollente, lasciare riposare per un’ora circa, quindi colare e conservare coperto in un luogo fresco e lontano dalla polvere.

Decotto: far bollire, in un contenitore non metallico, 20 g di polpa in un litro di acqua per 10-20 minuti (fino a riduzione a ¾ del volume iniziale). Lasciare intiepidire, quindi filtrare e colare.

Sciroppo: fare sciogliere lentamente, per evitare la formazione dei grumi, 100 g di polpa di Tamarindo, 250 g di zucchero e 20 g di acido citrico in 300 ml circa di acqua bollente. Fare bollire per 10-15 minuti, lasciare raffreddare e quindi filtrare. Diluire a piacere in acqua al momento dell’uso e secondo le indicazioni.

Salute

Febbre, raffreddore e tosse: diluire quattro cucchiai di sciroppo in una tazza di acqua calda, aggiungervi un cucchiaio di miele e mangiare dopo i pasti principali, come alternativa si può scegliere di assumere due o tre tazze d’infuso oppure di decotto caldo, se i sintomi non migliorano consultare il medico.

Stitichezza e stipsi acuta: come rinfrescante e per normalizzare le funzioni dell’intestino, assumere all’occorrenza 15-20 g di polpa disciolta in un poco di acqua calda, per un’azione lassativa, aumentare la dose fino a 20-40 g di polpa il giorno, in entrambi i casi consumare la polpa il mattino a digiuno, prima di aver fatto colazione. In alternativa, bere due volte al giorno due tazze di decotto, oppure diluire tre cucchiai di sciroppo in una tazza di acqua calda. Infine, nei casi di stitichezza cronica per ottenere un’azione purgativa più energica, preparare un infuso nel modo seguente: in 250 ml di acqua diluire 20 g di polpa di Tamarindo, aggiungere 10 g di Manna e 10 g di scorza di Limone, lasciare gli ingredienti in infusione per 10-20 minuti, quindi filtrare e assumere tre tazze durante la giornata.

Depurativo per il fegato e per i reni: bere due tazze d’infuso due volte durante la giornata, preferibilmente dopo i pasti principali.

Avvertenze

Si sconsiglia l’assunzione di preparazioni a base di Tamarindo a persone che soffrono di anomale fermentazioni intestinali. Inoltre, quando si comprano preparazioni a base di Tamarindo, è bene prestare attenzione, poiché la polpa e gli sciroppi si prestano a sofisticazioni dannose, si consiglia pertanto di acquistarli sempre in farmacia oppure in erboristeria.

In cucina

Il Tamarindo è particolarmente apprezzato per le sue qualità aromatiche e rientra nella preparazione di numerose vivande, soprattutto nella cucina di alcuni paesi orientali. In India si usa nella preparazione del curry, nella preparazione di un caratteristico stufato di lenticchie e verdure speziate (samhar) e di una tipica minestra di lenticchie molto condita (rasam). In Thailandia se ne fanno minestre calde e acidule, nei Caraibi si preparano bevande dissetanti con lo sciroppo derivato dalla polpa, in Giamaica si usa il frutto nei piatti di riso, negli stufati e nei dessert. Dal frutto, inoltre, si estraggono le pectine che sono utilizzate per la produzione di marmellate e gelatine di frutta. In occidente il Tamarindo è importato per la preparazione di diverse salse speziate tipo la Worcester. In casa si possono preparare, diluendo in acqua sciroppi a base di Tamarindo, ottime bevande dissetanti e rinfrescanti che hanno il vantaggio di non essere nocive allo stomaco e all’intestino e di non essere nocive allo stomaco e all’intestino e di non essere eccessivamente costose.

CURIOSITÀ

Nei negozi di specialità indiane talvolta si trovano frutti interi. Nell’Asia orientale il Tamarindo è utilizzato come acidificante (come il Limone in occidente). Dalle foglie si estraggono inoltre tinture naturali rosse e gialle.

 

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