Pochi giorni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un allarme generale: troppo sale nella dieta e poco potassio. L’Oms ha quindi stilato alcune nuove linee guida che riducono di ancora un bel po’ la quantità di sale giornaliera raccomandata nell’alimentazione. Viene stabilita poi per la prima volta in assoluto una soglia di potassio da assumere per una dieta salutare e bilanciata.
Secondo l’autorevole associazione gli adulti per mantenere un’alimentazione sana e preventiva devono consumare meno di 5 grammi di sale ed almeno 3.510 mg di potassio al giorno.
Una persona con alti livelli di sodio e bassi livelli di potassio infatti è in pericolo pressione alta e di conseguenza di imbattersi in malattie a livello di cuore, circolazione e più probabilità di ictus.
In realtà il sale è molto presente negli alimenti raffinati in commercio, quindi controllare questi limiti nella nostra dieta per una salute ideale, non è così semplice come può sembrare.
Il vero problema non è quindi nella nostra cucina, in cui basta ridurre o addirittura eliminare l’utilizzo del classico sale marino, e sostituirlo con spezie e limone; ma in quello che acquistiamo al supermercato. Lo conferma l’American Heart Association, denunciando una scarsa attenzione verso sei salati, sei alimenti che, anche se a primo impatto non sembrerebbe in realtà contengono alte quantità di sodio, e che raddoppiano le quantità che dovremmo assumere quotidianamente.
Quali sono questi pseudonemici della salute? Sono tutti cibi che mangiamo anche noi italiani praticamente a diario. Il primo è il pane e i suoi derivati (crackers, pizza, focacce etc). Il pane infatti – eccetto il classico toscano o l’apposito senza sale – viene salato e a volte anche molto. Ancora peggio se si parla delle comuni pizze congelate e simili.
Secondi nella lista nera gli insaccati, dal cotto al crudo, idem per pollo e tacchino. Ma a pesare sono soprattutto le quantità di sale nei dadi e nei preparati di erbe aromatiche già pronti, e ancora tutti quei primi (minestre, zuppe, pasta) e secondi (arrosti, cotolette, e così via) precotti, quelli che troviamo nel banco frigo o freezer, e di cui a volte per mancanza di tempo da dedicare ai fornelli, non possiamo fare a meno.